Lisbona: la città dai mille volti

Quattro amici, quattro valigie troppo piccole e una meta che quest'estate sembrava irraggiungibile , mentre ora è così vicina: Lisbona .
 Saliamo sull'aereo e dopo poco più di due ore di volo siamo in Portogallo. Appena arrivati prendiamo subito un taxi , che è probabilmente il mezzo di trasporto più diffuso, e raggiungiamo il centro città. Durante il tragitto l'autista guida veloce e con sicurezza , alla maniera di chi conosce quelle strade come le sue tasche. Ad un certo punto si arresta davanti al nostro B&B , "Il Residencial Dublin" , collocato in un edificio in stile barocco , che da fuori sembra molto meno peggio di quanto ci aspettassimo. Insomma , lo avevamo prenotato su internet per una cifra molto economica e avevamo letto le recensioni di alcuni ospiti, che non erano proprio positive. Quando entriamo la sorpresa è ancora più grande , infatti ad accoglierci alla reception c'è un ragazzo molto simpatico che ci conduce nella nostra stanza , spaziosa , molto pulita e con i soffitti tutti decorati . È tarda sera e siamo stravolti, così ci buttiamo nei nostri letti . Abbiamo bisogno di riposare, perché ci aspettano cinque giorni di cammino per la città e soprattutto di grande festa per la sera di capodanno !
 Il mattino seguente ci immergiamo nel cuore di Lisbona e raggiungiamo il quartiere di Alfama , ricco di case colorate, di passanti e di negozi tipici. Visitiamo la cattedrale di Sé Patriarcal e poi risaliamo in direzione del Castelo de Sao Jorge . La camminata è lunga e decisamente faticosa , ma siamo ripagati dello sforzo compiuto dalla vista di cui godiamo , al tramonto , dalle mura del castello. Visto che siamo molto affamati , ci concediamo una cena da "signori" in un locale intimo e accogliente , dove i nostri palati possono gustare un ottimo Bacalhau e dei bei gamberoni. Siccome i nostri portafogli ne escono abbastanza provati , per il resto della vacanza diventiamo clienti fissi della catena "Subway" , che è proprio in una traversa di Rua Augusta , la via principale , che culmina con un maestoso arco sul quale si affaccia la Placa du comercio . Questa è la piazza dove diamo il benvenuto all'anno nuovo , immersi nel caos piacevole del concerto , che inizia allo scoccare della mezzanotte tra urla di felicità e bottiglie di Champagne . 
 Ma Lisbona , Capodanno a parte , è una città che non dorme mai. Nel vecchio quartiere popolare del Bairro Alto ogni sera si festeggia . Le sue stradine brulicano di gente che si incontra nei numerosi locali per chiacchierare , per bere, per ascoltare buona musica. È proprio qui che decidiamo di assaggiare la Ginja , il tipico liquore dal gusto di ciliegia, lasciandoci trasportare dallo spirito allegro e multietnico di questo quartiere. 
Una delle giornate più belle la trascorriamo nel quartiere di Belem, nella zona ovest della città, quella con più attrazioni, prima fra tutte il Mosteiro dos Jeronimos, il più grande monumento nazionale del Portogallo, emblema dello stile manuelino. La mattinata è soleggiata e il blu del cielo, che pare quasi finto, contrasta con il marmo del monastero di colore bianco. Tutto ciò contribuisce a rendere Il paesaggio attorno a noi decisamente suggestivo. 

Percorrendo la passeggiata sul lungofiume, ci ritroviamo davanti , quasi come un grosso iceberg, il Padrao des Descobrimentos, un monumento a prua di nave, che celebra le grandi spedizioni degli esploratori portoghesi che solcarono i mari, aprendo le porte alla scoperta del nuovo mondo.
Se si va a Lisbona, è d'obbligo assaggiare i Pasteis de Nata, pasticcini alla crema, spolverati di cannella, preparati secondo la ricetta originale della Antiga Confeitaria di Belem. Dal momento che siamo nel medesimo quartiere , quale occasione migliore per assaggiarli ? Entriamo in un bar con vista sulla torre e ne ordiniamo quattro. Ci dicono che ci vorrà un po' di tempo per prepararli. Rispondiamo che non c'è problema e aspettiamo ( non abbiamo scelta e siamo disposti a tutto pur di averne uno ). Ci impieghiamo un secolo per mangiarli: sono bollenti , ma deliziosi. Al tramonto saliamo sulla torre di Belem. Attendiamo proprio il tramonto perché i tramonti portoghesi hanno un qualcosa di magico , di emozionante.
Mentre osservo questo spettacolo , penso che se dovessero chiedermi di descrivere Lisbona , direi che non è una città sola , ma tante. Ad ogni angolo cambia volto e si trasforma in San Francisco , con le sue strade inerpicate percorse dagli "Elevadores" e il ponte del 25 aprile, in Rio de Janeiro con il suo Cristo Redentore, in Barcellona con i suoi viali simili alle Ramblas , nella collina parigina di Montmartre, con le sue chiese e le sue case variopinte. È proprio per questo che Lisbona ci piace : è sempre pronta a sorprenderci.
Con il tramonto a Belem salutiamo la città . Ma questo non è un addio, bensì un arrivederci, perché , come scriveva il grande Jose Saramago, rendendo omaggio alla sua terra , il Portogallo "Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre"

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