L'Open Day di un primino

Difficile da descriversi le difficoltà e la pazienza (soprattutto) che un liceale deve sopportare durante un "Open Day" per i ragazzi che vedono nei nostri volti soltanto la speranza che scelgano un indirizzo classico, scientifico o linguistico.. Proprio per questo al mio primo "Open Day" da staff (e non da visitatore) ho avuto una mattinata che mi è sembrata durare un'eternità. L'inizio è stato interminabile, giacchè i ragazzi delle medie venuti in visita sono rimasti in Aula Magna più del dovuto e se non la provi, non puoi neanche lontanamente immaginare la tensione e la pazienza che si creano ad aspettare un gruppo di ragazzini con i genitori con l'emozione che tende a far tremare le gambe. Subito dopo sono iniziati ad arrivare i gruppi: orde di ragazzi accompagnati, mai soddisfatti, ma con la voglia di vedere tutto. Io ero nel gruppo del laboratorio di chimica. Lì i ragazzi dovevano assistere ad alcuni esperimenti che si svolgono nel biennio e nel triennio. La paura di spiegare male e il rischio di rompere un becher o di rovesciare l'esperimento con l'acqua sul bancone erano sempre lì in agguato.. Poi l'insoddisfazione di un ragazzo e pensi che ti è toccato l'esperimento peggiore da fare e che quel ragazzino non verrà mai allo scientifico/classico/linguistico, ma devi continuare...
Per questo io mi complimento con tutti coloro che hanno portato a termine l' "Open Day" con il sorriso sulle labbra e la certezza di aver fatto il possibile per far sentire a loro agio i ragazzi.

Loris Berretta 1B

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