Cercasi Kryptonite
Pensiamo ad un supereroe. Un supereroe qualunque. Sì, andiamo, uno di quelli con il mantello, i superpoteri, i colori sgargianti del costume, il passato senza macchia: la consapevolezza di essere "il buono". Pensiamo ad uno di questi fantastici esseri, protagonisti indiscussi delle nostre avventure puerili. Ed ecco che, tutto d'un tratto, ad emergere dal grigiore generale, troviamo l'integrità morale di Superman, la fedeltà di Capitan America, la sicurezza del dio vichingo Thor, il senso di giustizia dell'Uomo Ragno. Sin dall'antichità l'uomo ha avuto il bisogno di creare il proprio eroe mitologico, affinché, nella vita reale, ogni persona tentasse di aspirare ad uno stile di vita migliore, affinché tutti cercassero, in un certo qual modo, di trovare dei canoni morali comuni da perseguire. Achille, Patroclo, Ettore, Ulisse, l'Orlando della tradizione Carolingia, Re Artù. Personaggi aventi come denominatore comune valori quali il coraggio, la forza d'animo, la tenacia, l'orgoglio. Così, come loro, anche gli eroi moderni presentano una serie infinita di qualità fisiche e morali fuori dal comune, necessarie per poter rassicurare gli animi di coloro che ritrovano in essi le figure protettrici e salvifere di condottieri invincibili. L'eroe per eccellenza, nei nostri pensieri collettivi, nel bene e nel male, è Superman. Bello, misericordioso, giusto, muscoloso, generoso, altruista: insomma, il classico ragazzo per bene, cresciuto in un ambiente sano e capace di portare la giustizia e la pace in un mondo che dà a Superman stesso la possibilità di farlo, un mondo inondato di luce e di speranza. Superman è inarrestabile. E' Infallibile. Un uomo senza nemici contro cui battersi alla pari. Un uomo che ha vinto, vince e vincerà sempre le sue battaglie. Ed è proprio questo il motivo per cui non ho mai sopportato Superman.
Tralasciando gli evidenti limiti di stile quali la calzamaglia blu, il mantello rosso e la leccata di mucca sulla testa, la cosa che, con il tempo, ha stancato un po' tutti i suoi fans, anche quelli più sfegatati, fu il fatto che Superman non avesse rivali. Superman era imbattibile. E così, come si può pensare anche solo di impensierire un uomo che ha tutto e non ha debolezze? Fu così che, a lungo andare, l'imbattibilità di Superman, colpì ogni persona: quale motivo aveva, in fondo, un bambino, una persona di tifare cose che sa già di per certo che continueranno a esistere, a regnare, a vivere? Ovviamente, i geniali produttori DC Comics, analizzando il vistoso calo delle vendite di fumetti dell'invincibile Clark Kent, decisero, a quel punto, di cambiare rotta. Fu così, che nel Dicembre del 1946 Jerry Siegel inventò la Kryptonite, l'unica cosa che poteva uccidere e danneggiare il supereroe. Da allora, Superman tornò ad essere nuovamente il mitico uomo amato e lodato da tutti gli Yankees e i produttori della grande casata Americana di fumetti continuarono a tenere testa alla rivale Marvel e alle loro creazioni. E vissero tutti felici e contenti.
Nonostante ciò, dopo tante, molte riflessioni, ancora non riesco a concepire una cosa. Cos'ha spinto i bambini a dimenticarsi di Superman nel momento in cui lui ebbe vinto tutto? Cosa spinge un uomo a creare degli ostacoli nel momento in cui si è raggiunto uno scopo? Cosa spinge l'uomo a cercare sempre oltre? E, infine, cosa spinge l'uomo a scartare la semplice e scontata vittoria e ricercare, in ogni occasione, la gloria nella più ostica e complicata delle battaglie, consapevoli della difficoltà dell'impresa?
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