L'anoressia



Le lesioni son vive sul tuo corpo
e magra è la tua vita:
così stanca mi sembri ed avvilita…
Le vecchie cicatrici sono aperte,
vive e sanguinolenti.
Folte coperte coprivano il male
che t’assaliva e questo sì furtivo
scappava quando sul viso affiorava;
e in tempo poco rese
deserte le pareti del tuo cuore
ed incerte dell’animo le forze.
Così di punto in bianco
tutto il male sfociava
che da tempo longevo sì regnava
in quel tuo lato manco.

Qual dolore, qual male aspro e crudele
rese fragile il corpo tuo di miele?
Or sta laggiù la fame
mentre tesse le sue feroci trame;
e tu stai lì impietrita
perché aspetti morte e non più vita.

Il tuo lamento prega la magrezza
chiedendogli la quiete
dei propri turbamenti;
il tuo lamento prega
che la fame non torni
per star con la tristezza;
il tuo lamento prega
la fine dei tormenti e pur dei giorni
perché ormai della vita poco frega.
Desideri soltanto
illimitati ed eterni silenzi,
perché non trovi sincera cagione
a questa punizione.
E infine mi dicesti:
Dal grembo della madre ad una tomba
non vive mai verun consolazione.”



Riccardo Andrea Ghidetti 5^ scientifico B

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