E quindi uscimmo a riveder le stelle.
25.03.2020
Esattamente 720 anni fa, proprio oggi, Dante Alighieri iniziava il suo più celebre viaggio: quello tra i tre Regni dell'aldilà, raccontato nella sua Commedia.
In onore a questo grande scrittore e grande cittadino, per la prima volta nella storia , è stata istituita una giornata per ricordarlo e, proprio per il suo grande valore e la sua integrità, non si parla di "giornata della memoria in nome di Dante Alighieri", ma di "Dantedì".
Questa è a tutti gli effetti una novità, anzi una doppia novità.
La prima è ovviamente l'inedito ricordo, fatto per anticipare il settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, che si estenderà per tutto il 2021.
La seconda è rappresentata dalla modalità di svolgimento: è strano come una giornata così importante sia celebrata solo online. "Per forza!" mi direte voi, siamo in quarantena e di certo questo evento non rappresenta una comprovata motivazione per uscire di casa e per stare insieme agli altri. Secondo me, non è stata scelta a caso l'istituzione di questa giornata in un periodo simile, o forse non è casuale la pandemia in corso; come direbbe Dante: è tutto un disegno provvidenziale che persegue un fine maggiore!
Sì, perchè con questo virus sembra davvero di essere in viaggio con Dante e di dire insieme a lui:
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
Ci sembra di essere piombati di punto in bianco in un inferno, in un baratro più profondo che mai, dove attorno è tutto buio, non sappiamo come muoverci o da che parte girarci per andare nel verso giusto, ma a differenza di Dante, anche per le nostre guide, proprio come per noi, questo attuale inferno è sconosciuto.
E allora dove si trova il disegno provvidenziale? Dov'è il fine maggiore?
Sta nel fatto che, fossimo stati normalmente a scuola, questo avvenimento sarebbe stato limitato ad alunni ed insegnanti, magari vincolati a svolgere l'attività, vista dagli studenti come "momento di svago" e non valutata con la giusta importanza.
In questo modo, invece, il messaggio di Dante è visibile da tutti i cittadini, può essere compreso con l'interesse e la profondità che merita.
Penso che anche grazie al suo comportamento, alle sue parole, al suo esempio di cittadino vero, potremo uscire dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo. Dante è stato costretto a fuggire dalla sua città in un momento di crisi, forse simile al nostro, quando la popolazione di Firenze era divisa e in lotta; noi, invece, abbiamo una possibilità di riscatto: stare a casa, isolati, distanti dagli altri ci rende in realtà molto più vicini, solidali e uniti per uno sforzo, per un bene comune, esattamente come vuole rappresentare questa giornata!
E proprio come ci insegna il Sommo Poeta, alla fine di un brutto viaggio come quello infernale, ce la si fa sempre:
"E quindi uscimmo a riveder le stelle." (Inf, XXXIV, 139)
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