Il mio nome è Asteroide OR2


Tante sono le notizie legate all’emergenza sanitaria, ma tra queste si è fatta spazio una in particolare che riguarda un “pericoloso” asteroide che il 29 aprile 2020 sfiorerà la Terra. Se si leggono i titoli delle varie news che circolano sul web e i social c’è da preoccuparsi. Cosa c’è di vero? Davvero si schianterà sulla Terra?
L’asteroide OR2 è stato scoperto in primis il 24 luglio 1998 alle Hawaii dal NEAT, un programma della NASA legato alla scoperta di corpi celesti near-Earth, ovvero in avvicinamento al nostro pianeta. Classificato come potenzialmente pericoloso, è stato poi tenuto sotto monitoraggio nel corso degli anni, senza creare mai delle preoccupazioni reali tra gli esperti. Solo in questo ultimo periodo la NASA ha annunciato un flyby, un avvicinamento, senza, però, alcun tipo di collisione. Questo grazie alla sua velocità, che ha una media prevista di 8,7 Km al secondo.

Quindi, che cosa accadrà il 29 aprile? Assolutamente nulla, se non che alle 10:56 dei nostri orologi il "pianetino", di dimensioni simili a quelle del monte Everest, invisibile a occhio nudo, si potrà osservare con un telescopio di almeno 15 cm.
Ma ora a preoccupare gli studiosi sono i “fratelli minori” di OR2, ossia asteroidi in grado di precipitare sul pianeta blu come già era successo a Tunguska, dove, nel 1908, mentre una parte dell’Europa approfittava del prolungarsi della luce per fare una partita in più a cricket o leggere il quotidiano, ci fu una potente esplosione che spezzò in due e sradicò milioni di alberi nel raggio di duemila chilometri, causò un tremore paragonabile ad un terremoto di magnitudo 5 e, forse, perché le ricerche non lo accertarono mai, uccise due persone. Evento simile, ma meno distruttivo, è stato quello di Chelyabinsk nel 2013. Questa volta, a differenza della precedente, il meteorite, probabilmente a causa della pressione troppo elevata, esplose durante la caduta e raggiunse il suolo in mille pezzi, danneggiando gli edifici di numerose cittadine locali e causando 1500 feriti.
Tutto questo per dire che l’universo, antica sede di divinità e studiato da tantissime menti, è ancora un’incognita, ricco di misteri inaccessibili all’intelletto umano che, nel suo cammino verso la Verità, basato sulla religione, la filosofia e la scienza, rimane troppo limitato. Ma l’uomo non accetta la propria condizione e, sempre più assetato di conoscenza, si spinge oltre e protende verso l’infinito.

Anna Pregliasco-II classico

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