Viaggiando col pensiero : corsa sotto la pioggia
Corsa sotto la pioggia 23/03/2020 Ferrania
Sono nel bosco, improvvisamente comincia a piovere. Lo capisco perché le gocce incontrano per prime le foglie degli alti faggi e così producono un leggero fruscio. Mano a mano che la caduta si intensifica, ecco che arrivano i primi brividi sulla pelle. Il respiro mi si fa più intenso, gli occhiali mi si appannano, continuo a correre, è un momento magico. L’atmosfera d’un tratto cambia, si fa più surreale, una bassa nebbiolina avvolge i tronchi degli alberi e copre il sottobosco che nel frattempo emana sempre più il tipico profumo di funghi, caratteristico della stagione autunnale.
Sebbene la pioggia, che ora è diventata un temporale, produca un suono quasi assordante e la possibilità di vedere i tronchi e le radici del percorso mi sia praticamente negata, non mi fermo. Il mio corpo è letteralmente pervaso da un turbine di emozioni. In questo momento correre è come fosse la cosa più facile che mi possa riuscire. Sembra quasi un’azione istintiva, probabilmente il ricordo lasciatomi dagli antenati, costretti a procacciarsi i viveri per la sopravvivenza tutti i giorni. Sono completamente in silenzio, la mente ormai è assorta e vive ogni istante. All'improvviso mi arriva un’altra scarica di adrenalina: una mamma cinghiale coi piccoli mi è appena passata davanti e si è gettata nella riva travolgendo tutti i rami. Ecco che quasi inconsapevolmente sto per uscire dal bosco, è sera, il temporale è cessato. Bastano pochi chilometri tra i prati prima di raggiungere le prime abitazioni. Col pensiero torno alla mia quotidianità e con essa anche alla sua frenesia. Una volta fatta una doccia calda e aver mangiato con grande appetito, mi sdraio nel letto; tornando col pensiero alla corsa sotto la pioggia, riaffiorano quelle emozioni , e, coccolato dalla natura , mi addormento.
Nicolò Norziglia - 4^A
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