Rafael Nadal: The king of clay
RAFAEL NADAL
Rafael Nadal o “ Nadalone” come mi piace chiamarlo, è da sempre uno dei miei tennisti preferiti. Fin da quando ero piccolo è un mio idolo e una figura di riferimento. Lo vidi per la prima volta giocare e poi vincere la finale di Roma del 2005 contro il “Mago” , Guillermo Coria, giocatore da una tecnica e un tocco di palla di altissimo livello. “Nadalone” rimane tutt’oggi una delle mie più grandi fonti di ispirazione . Durante la sua carriera ha vinto tutto quello che era possibile vincere . Ha disputato match pazzeschi, delle vere e proprie battaglie durate 5-6 ore. Nonostante siano passanti gli anni e non sia più il ragazzino di un tempo, in ogni partita emana sempre la stessa grinta . Esatto, perché, oltre alla vittorie, la cosa che più colpisce di Nadal è il suo atteggiamento, la sua grinta, la sua forza di resistenza. Da questo punto di vista non è mai esistito nessuno come lui. Non molla mai. Non gli ho mai visto perdere la pazienza, farsi sopraffare dalla rabbia , spaccare una racchetta o litigare con l’arbitro. L’avversario non può mai credere di avere la vittoria in pugno. Fino alla fine la partita può ribaltarsi nel giro di qualche game. Nadalito è così, si posiziona a quattro metri dalla riga di fondo a “remare” , alza la traiettoria dei suoi colpi , li carica di rotazione e non ne sbaglia più uno . Corre, è rapidissimo, arriva su qualsiasi palla finché poi è l’avversario a sbagliare. Un altro aspetto che gli fa molto onore e lo rende un campione è la sua capacità di migliorarsi cercando sempre di adattarsi all’evoluzione dei materiali come racchette, corde e palline. Ha perfezionato tantissimo il servizio, dandogli spinta e velocità, il rovescio , il back e il gioco di volo. Tutto questo è stato possibile non perché fosse un fenomeno, anzi da ragazzo non era neppure così coordinato, ma dall’impegno che ci ha sempre messo. Nadal si allena e si è sempre allenato come un pazzo, si è consumato sui campi da tennis . Mi ricordo quando lo vidi all’ATP Masters 1000 di Monte Carlo allenarsi dalle nove del mattino fino alle tre del pomeriggio sotto un sole cocente e con un’intensità di gioco fuori dal comune. Nadal è uno degli atleti più amati dal pubblico. E’ sempre disponibile a fare una foto o lasciare un autografo. E’ una persona estremamente umile, partecipa a molte campagne di donazione di denaro per ospedali e centri di ricovero . Anche in questo periodo, durante il Corona Virus, mentre molti giocatori importanti come Djokovic e Federer hanno donato un milione di euro, lui ne ha donati ben dieci. Nadal però non è nato così. Deve tutto alla sua famiglia, ai suoi genitori e in particolare allo zio, Toni Nadal, che fino a pochi anni fa è stato il suo allenatore e che l’ha seguito fin da quando era un bambino. E’ lo zio Toni che lo ha forgiato con allenamenti durissimi e una disciplina veramente rigida. Lo stesso Nadal racconta quando da ragazzino, dopo una partita in cui aveva lanciato la racchetta, lo zio gli aveva fatto percorrere i trenta chilometri per arrivare a casa, a piedi . Si potrebbe dire che fosse un folle, sicuramente, ma questo ha permesso che nascesse un campione assoluto. Già perché Rafael Nadal è un campione in qualsiasi aspetto. A livello tennistico e personale. Ha subito moltissimi infortuni e ogni volta è tornato più forte di prima, ha fatto vivere momenti magici a tutti. Ogni volta che si carica ed esulta col suo grido di battaglia trasmette un’energia pazzesca. Consiglio a chiunque, anche a chi non segue il tennis, di andarlo a vedere almeno una volta nella vita. Sono sicuro che ne rimarrete affascinati. Dai campioni c’è sempre qualcosa che si può imparare e Rafael Nadal è senza dubbio uno di questi!
Nicolò Norziglia - 4A
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