Una vittoria storica e inaspettata
18 maggio 1994, ad Atene si gioca la finale della UEFA Champions League tra Milan e Barcellona. I Rossoneri arrivano alla partita più importante della stagione senza Baresi e Costacurta e, come se non bastasse, partono ancora più sfavoriti a seguito dell'assenza di Marco Van Basten, indisponibile per infortunio.
Il Milan stava cambiando pelle dopo gli anni leggendari sotto la guida di Arrigo Sacchi, infatti ora sulla panchina rossonera è presente Fabio Capello, inoltre sono stati ceduti due olandesi su tre rimpiazzati da nientemeno che Dejan Savicevic ( il Genio) e Marcel Desailly.
Al contrario, il Barcellona ha affidato la guida della squadra a Johan Cruijff, l'uomo che ha cambiato il calcio, con il quale gli spagnoli sono riusciti anche a trionfare in Europa, grazie, inoltre, ad una squadra stellare composta da campioni del calibro di Romario (Baixinho) e Hristo Stoickov.
Prima della partita durante le consuete conferenze stampa i giornalisti e l'allenatore dei blaugrana sono certi della vittoria tant'é che quest'ultimo afferma che la sua squadra non avrebbe potuto perdere e, in aggiunta a ciò, si fa scattare delle foto con la coppa, sicuro della sconfitta rossonera. Capello risponde all'avversario ribadendo il fatto che la sua squadra avrebbe avuto un vantaggio psicologico nell'affrontare gli Spagnoli.
Comincia la partita. Il Milan per scaramanzia veste la solita maglia bianca ed il Barcellona quella blaugrana. Le due squadre si affrontano a viso aperto ma al ventiduesimo minuto Daniele Massaro la sblocca, il Milan sembra essere in stato di grazia e poco prima della fine del primo tempo l'attaccante italiano raddoppia.
La ripresa comincia con un gol fantascientifico siglato dal Genio al minuto quarantasette con un pallonetto che dalla linea del fallo laterale scavalca Zubizarreta. Barcellona al tappeto. Dopo venti minuti Desailly dà il colpo di grazia agli Spagnoli. 4 a 0. Il Milan vince così la sua quinta Champions League/ Coppa dei Campioni giocando una delle partite più spettacolari della storia, dimostrando agli avversari che non bisogna mai cantare vittoria troppo presto.
Paolo Brusco - 4A
Paolo Brusco - 4A
Commenti