L'AMORE AI TEMPI DEL... CORONAVIRUS


 La festa degli innamorati, San Valentino, è da poco passata in una situazione, quest’anno, un po’ particolare. Girovagando con lo sguardo nella mia stanza, la mia attenzione è ricaduta su un famoso romanzo di Garcia Marquez da me letto recentemente : “L’amore ai tempi del colera”.

La trama è incentrata, come forse si evince dal titolo, su una storia d’amore ambientata nell’America del Sud negli anni Venti del XX secolo.
Ci troviamo in un contesto in cui la malattia del colera fa da sfondo alle vicende passionali dei protagonisti… Oggi, invece, la pandemia di Covid-19 è parte centrale della vita di tutti i giorni e lo è stata, tra l’altro, nel giorno più romantico dell’anno.


Che effetto ha avuto, quindi, il lock-down sulle relazioni sentimentali?

L’impossibilità di una gita fuori porta, di cene al ristorante o di piccole vacanze, forse, ha risvegliato ciò che davvero è il 14 febbraio: non è regali, non è concerti né feste sfarzose… ma amore. Sì, è proprio amore… l’amore che, sicuramente, è stato messo alla prova.
Molte coppie, infatti, hanno fatto esperienza di mesi di lontananza l’uno dall’altro… Qualcuna, probabilmente, ha scoperto che l’amore non era abbastanza forte, e ha deciso di mollare. Per qualche altra questo sentimento, invece si è rafforzato.

Ma quanto è diversa la situazione rispetto ai tempi del colera?
Il cellulare ha sicuramente facilitato le cose: una volta, se si era lontani fisicamente lo si era in tutti i sensi. In questi lunghi e difficili mesi, al contrario, gli innamorati hanno avuto modo di mantenere i loro contatti tra messaggi, chiamate e videochiamate.
Spesso, durante il primo lockdown di marzo 2020, i miei genitori hanno esordito con frasi come : “Non essere così tragica, in fondo avete i cellulari!”.
Sì, abbiamo i cellulari. E non è forse un po’ triste pensare che le cose siano così semplici?

Eppure non è affatto facile.
Siamo la generazione, purtroppo o per fortuna, dell’adolescenza sui social: eravamo così abituati alle relazioni sociali che godersele non era poi così indispensabile.
Perché darsi un abbraccio o un bacio quando lo si può fare ogni giorno, in qualsiasi momento?
E invece eccoci qua, lontani, chiusi nelle nostre stanze a guardare foto di momenti nei quali quei contatti avremmo dovuto rafforzarli.

Ancora più dura è la situazione per le relazioni a distanza: da un lato, c’è l’abitudine allo stare lontani, ma dall’altro c’è anche una maggiore difficoltà nel vedersi rispetto a chi abita nello stesso Stato o nella stessa regione.
Insomma, l’amore ai tempi del Coronavirus sta proprio facendo i salti mortali.

Penso che questo 14 di febbraio rimarrà, in un modo o nell’altro, nel cuore di tutti; è stato un giorno nel quale l’amore è stato puro, nel quale si è riscoperta la semplice, ma essenziale quotidianità dello stare insieme, del disinteresse per ciò che c’è fuori e della mancanza della tua singola e dolce metà.
Ovviamente, ognuno lo ha vissuto a modo suo; confrontare, però, l’amore in due epoche differenti, ma tristemente accomunate da due situazioni di emergenza, può far riflettere più a fondo sui sentimenti di tutti noi.

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