Nuoto: un altro sport di “serie B”?

 Si sono conclusi poche settimane fa, il 21 dicembre, anche i Campionati Mondiali di nuoto in vasca corta ad Abu Dhabi. 2021, un anno per la storia del nuoto definito “da sogni” da Giovanni Malagò, presidente del Coni.

Alessandro Miressi trionfa nei 100 stile libero in 45”57 per la prima volta nella storia del nuoto italiano, con un tempo che vale il record nazionale.

Primato italiano e record dei campionati per la 4x100 mista maschile con Lorenzo Mora, Nicolò Martinenghi, Matteo Rivolta e Alessandro Miressi; medaglia d'argento anche nella 4x100sl con nuovo record italiano grazie ai frazionisti Miressi, Ceccon, Deplano e Zazzeri e bronzo nella 4x50 mista mixed.

Alberto Razzetti oro mondiale nei 200 farfalla con nuovo record italiano e medaglia di bronzo nei 200 misti si porta a casa un altro record e il titolo di essere il primo italiano di sempre ad aver battuto il muro dei 4 minuti nei 400 misti.

Argento mondiale nei 100 e nei 50 rana per un mostruoso Nicolò Martinenghi e argento nei 50 rana per la giovanissima Benedetta Pilato, medaglie e tempi che hanno portato la rana azzurra ad un livello spaziale.

Sul tetto del mondo Matteo Rivolta nei 100 farfalla e la staffetta 4x50sl con Deplano, Zazzeri, Frigo e Miressi.

5 ori, 5 argenti, 6 bronzi, 40 finali, 11 record italiani e 20 primati personali: un Campionato Mondiale da record con la chiusura al 3o posto nel medagliere con 16 medaglie, stracciando così il precedente primato di 12 medaglie ai mondiali di Shanghai del 2006.

Risultati che testimoniano le imprese di una nazionale azzurra potentissima, che non trova però spazio sulle prime pagine dei quotidiani sportivi nazionali.

Questa è la triste verità di molti sport, non solo il nuoto, che vengono ritenuti tali solo ogni 4 anni alle Olimpiadi senza considerare che i successi non partono solo da questa gara e sono frutto di lotte, sacrifici e dell'altra faccia della stessa medaglia.

“Cosa devono fare sti ragazzi per ritagliarsi un quadratino su una pagina di giornale?” scrive sui social Luca Dotto, campione europeo nei 100 stile libero, sentendosi dire che tanto i giornali non li legge più nessuno e rispondendo che nonostante ciò essi debbano comunque essere di qualità e parlare della nazionale italiana più forte di tutti i tempi.

Bisognerebbe cogliere l'occasione di parlare di più di questi sportivi che potrebbero rappresentare un grande esempio per i giovani, essendo simboli che sottolineano l'importanza di avere obiettivi ed essere pronti a sacrificarsi per raggiungerli, il rispetto delle regole e lo spirito di squadra.

Mia mamma si è appassionata all'atletica vedendo correre la freccia del Sud Pietro Mennea, io al nuoto grazie alle imprese della divina Federica Pellegrini e di Michael Phelps e fortunatamente sento ancora tanti bambini con i poster dei loro idoli attaccati alle pareti che non vedono l'ora di andare ad allenamento.

Oggi si sente parlare solo di calcio sia ai telegiornali che sui quotidiani e, senza nulla togliere a questo sport, dovremmo considerare che ne esistono tanti altri di pari importanza e dignità che vengono raramente o mai citati.

Tutti gli sport sono ricchi di valori e andrebbero promossi affinché non vengano visti solo come sacrifici ma come scelte di vita e, come ribadiva Pietro Mennea, ”Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento. Ci vuole il lavoro e il sacrificio quotidiano.”