Fabio Marchisio 

Stanze di vite quotidiane.

Quanto costa una vita ?

Anno 2022, pianeta Terra, Afghanistan.

Giorno 0.

E’ in questo Paese, lacerato e insanguinato da anni di guerre civili e internazionali e inasprito dall’aridità del suo terreno dove si è svolto un “affare”, a quanto pare, molto conveniente.

Ci troviamo ad Herat, in un sobborgo periferico, dove le case sono impilate come nei cartoni animati, avvolte da cavi elettrici che penzolano dai tralicci, strade sabbiose e criminalità.

Da una piccola abitazione quadrangolare, non illuminata e senza finestre, si diffonde il pianto di un  neonato affamato, un suono stridulo che richiama la disperazione. E’ una piccola bambina venuta al mondo da pochi mesi, che a modo suo tenta di sopravvivere in un mondo che non la vuole.

Ad un tratto , dalla porta oscillante esce un ragazzo dall'aspetto scheletrico con i capelli neri carbone, gli occhi piccoli e definiti e la pelle sporca e rossastra a causa delle polveri che costantemente si disperdono nell’aria a ogni passaggio di automobile.

Disorientato, si dirige verso il lato opposto della strada dove un’anziana, seduta su una panchina in legno traballante, sta fumando un sigaro raccolto per terra in qualche quartiere del centro.

Il ragazzo si rivolge alla signora, chiedendole con gentilezza un aiuto per la piccola sorellina abbandonata nella catapecchia alle sue spalle.

Con un gesto di rifiuto, la donna si allontana mordendo il sigaro infastidita, come se la sua routine quotidiana fosse stata interrotta sul più bello.

Nel nostro mondo, una richiesta del genere avrebbe sconvolto chiunque, ma lì, dove il tempo si è cristallizzato da decenni e ogni giorno si lotta per la propria sopravvivenza, dedicare attenzioni ed energie agli altri potrebbe risultare fatale.

Nel frattempo giunse l’ora per il sole di riposare e il vivace colore viola del crepuscolo illuminava ,ancora per un poco, le strette vie che a breve sarebbero sprofondate nella notte.

Ad un tratto la porta si aprì, la bambina immersa in un sogno di speranza si svegliò con un colpo di tosse e cominciò, nuovamente, a piangere.

Sull’uscio, in piedi, c’erano tre uomini dall’aspetto robusto, con le scarpe sporche di fango che emanavano un odore fastidioso e pungente dovuto al sudore di una giornata di lavoro.

Entrarono.

Illuminati dalla soffocante  e claustrofobica luce di una lampada a petrolio  , la bambina potè riconoscere volti famigliari e interruppe il pianto nella speranza di una carezza: erano i due fratelli maggiori e il padre appena tornati dalla fabbrica di pneumatici.

Affamati e stanchi, si sedettero per terra, diedero uno sguardo veloce alla cesta di legna contenente la bambina e si abbuffarono sull’unico pezzo di pane presente in casa.

A breve, rientrò anche la madre, che passava le giornate a cercare lavoretti per il quartiere sperando nella benevolenza degli uomini.

Sicuramente, non scelse il luogo più adatto per la ricerca di benevolenza, ma quella sera tornò a casa con una grossa borsa di stoffa contenente ortaggi freschi,come se quella cena dovesse essere l’ultima passata tutti insieme.

Il suo sorriso illusorio  crollò alla vista della piccola figlia,la quale gli rivolse lo sguardo sbattendo gli occhietti.

Tutti si guardarono e capirono che dopo il pasto sarebbero venuti a ritirare il “pacco”.

La cena immersa in un profondo e cupo silenzio interrotto solamente dal piatto in terracotta caduto dalle mani tremolanti del padre, passò velocemente.

Nell’aria scorrevano paura e terrore, poi ad un tratto i cardini della porta saltarono e finirono dispersi nell’abitazione.

Nel frattempo, che la piccolina tentava di afferrare il chiodo tondeggiante caduto vicino al suo pugno,  quattro uomini bruti, con in spalle il fucile, la barba lunga e scompigliata e la tuta militare strappata entrarono in casa.

La madre terrorizzata e affranta, indicò con l’indice tremolante la “culla” dove giaceva la figlia. Senza considerazione e rispetto, uno dei quattro afferrò la bambina con disumana violenza e senza concedere un ultimo saluto ai familiari si volse di spalle e si diresse sul pick up parcheggiato in strada con le ruote bloccate da due massi appuntiti. 

Ad un tratto, si sentì un rumore metallico, un sacchetto di velluto cadde sul pavimento e gli uomini abbandonarono la casa.

Disperato e impaurito, il padre si inginocchiò sul portamonete abbandonato al centro della stanza, strappò il sottile spago, e al suo interno trovò un paio di monete del valore di circa cinquecento dollari.

Il silenzio venne rotto dal pianto della madre, che solo in quell’istante si rese conto realmente di ciò che aveva fatto: vendere una figlia per salvare gli altri.

Mi piacerebbe poter dire che questo testo è frutto della fantasia di un mediocre studente liceale, ma purtroppo non è così.

Ciò che ho provato a raccontare, volando con la fantasia nel Paese che attirò per la sua posizione anche Alessandro Magno e ora in mano ai talebani, é la drammatica storia di una famiglia e di una bambina.

Sui giornali, e specifico giornali, perché ascoltare feroci conduttori di trasmissioni false non ti consente una personale visione dei fatti, la notizia ha rimbalzato in tutto il globo.

Attorno a me, ascolto le opinioni di coloro che idolatrano i partecipanti a quei terribili programmi che incalzano il carattere dell’enfatizzazione a discapito dell’informazione e alle mie orecchie giungono solamente insulti rivolti ai genitori della bambina.

Certamente, vendere la propria figlia è un gesto orribile e disumano, ma siamo sicuri che la colpa di questo abominio sia solamente loro?

No, non ne sono sicuro per nulla!

Per 20 anni abbiamo portato avanti una guerra senza senso, spendendo risorse e uomini per soddisfare il brutto vizio dello strapotere umano di politici guerrafondai 

L’Italia, in primis, ha speso nove miliardi di euro per il solo scopo di uccidere vite umane.

Come è possibile, nel 2021, vedere gli esseri umani uccidersi a vicenda ?

Considerare gli altri diversi e insignificanti a causa di differenti culture e tradizioni ?

Come disse  Albert Enstein nel 1933 appena giunto negli Stati Uniti, l’unica razza esistente è quella umana e non riesco a comprendere come sia possibile non abbandonare questi grotteschi pregiudizi per far regnare la pace nel mondo.

Voglio concludere con la seguente domanda: quella innocente bambina sarebbe mai stata venduta ai telebani, condannandola a una vita di obblighi e regole, se noi, sulla carta Paesi democratici avessimo investito le nostre risorse per la costruzione di scuole, ospedali, strade e per formare un apparato economico e politico solido e funzionale ?

Ci sarà un motivo, se questi gruppi terroristici trovano spazio solamente in Paesi arretrati, dove la maggior parte della popolazione soffre di analfabetismo e povertà.

Nel 2022 dovremmo aver capito che la ferocia e l’ignoranza si combattono con la cultura e non con i Kalashnikov.

" Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare , il vento si poserà“.


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