Marijuana: pro e contro

Edoardo Bacino 3^B

 Grande motivo di polemiche e discussioni feroci da anni e anni, in tutti i centri di ricerca medica del mondo ma anche nella vita quotidiana delle persone comuni, è la domanda: la marijuana causa danni al corpo umano? Di conseguenza, la sua legalizzazione è accettabile moralmente e scientificamente?

In tutto il mondo almeno 29 paesi hanno legalizzato, già da tempo oppure più recentemente, l’uso della marijuana: in alcuni casi essa è un antidolorifico negli ospedali e nelle case di cura, mentre in altri può essere sfruttata semplicemente per uso personale. Nel corso degli anni sono stati condotti centinaia di studi e ricerche mediche al riguardo. La celebre università Harvard Medical School (Cambridge, Massachusetts), a gennaio di quest’anno ha pubblicato uno studio condotto su questo argomento molto delicato.

Le ricerche sono state condotte dal dr. Peter Grinspoon, ex-tossicodipendente e ora affermato ricercatore ad Harvard, il quale ha spiegato che l’estratto di pianta di canapa, conosciuta anche come CBD (cannabidiolo), ha poche proprietà intossicanti. La marijuana in se stessa contiene più di cento componenti attive, tra le quali il THC. Il THC è la sostanza chimica che produce la cosiddetta “estasi da droga”; nel CBD questa sostanza non è presente, o comunque lo è in quantità minime, e questo impedisce ai pazienti che ne fanno uso di avere effetti collaterali. Anzi, è l’esatto contrario: le persone legate all’uso del cannabidiolo riportano molti effetti positivi, quali la riduzione di insonnia, stati d'ansia, spasticità e benefici anche nel caso di malattie come l’epilessia. Questi benefici derivati dall’uso controllato del CBD hanno incoraggiato gli ospedali statunitensi a sfruttarlo per alleviare il dolore dei reumatismi o di leggeri problemi ossei dei pazienti affetti, tra i quali la sclerosi e disturbi ai nervi. Il suo uso è stato recentemente allargato alla cura dell’irrigidimento muscolare, alla sindrome di Parkinson e ad altri disturbi da dolore cronico. Nonostante le sue straordinarie proprietà che permettono a milioni di pazienti di vivere una vita quanto più possibile serena e priva di dolore fisico, la marijuana non deve essere sottovalutata. Coloro che vorrebbero che la sua legalizzazione fosse estesa anche per scopo personale, dovrebbero essere avvertiti dei pericoli in cui rischiano di incorrere. I danni di questa droga sulla salute sono vari: si passa in fretta da uno stato di euforia ad uno di stanchezza, depressione, ansia e addirittura panico. Il THC provoca incapacità di memorizzazione e continua distrazione nelle persone che ne fanno uso; altera la percezione dell'equilibrio e della coordinazione, presenti all'interno del cervelletto, e impedisce di conseguenza i regolari movimenti del corpo, anche quelli più elementari. Tutte queste problematiche, ci spiegano alcuni studi, sono fortemente legate agli incidenti stradali. I danni causati dalla droga non avvengono soltanto in uno stato di ormai dipendenza, ma anche in casi di usi non frequenti: bruciore alla gola, tosse, difficoltà respiratorie e rischio di infezioni polmonari. Molti ritengono che la marijuana, essendo una droga “leggera”, non causi il cancro, ma recenti studi hanno dimostrato l'esatto contrario: fumare marijuana raddoppia o addirittura triplica la probabilità di sviluppare un cancro, in quanto contiene agenti irritanti e idrocarburi cancerogeni in numero di gran lunga maggiore a quelli presenti nel tabacco. E ancora, i fumatori di marijuana hanno più problemi di relazioni sociali e sul posto di lavoro/scuola dei non fumatori o dei fumatori di tabacco. Le inibite capacità di memoria e di concentrazione non permettono infatti il massimo impegno nelle discipline scolastiche o lavorative, inducendo spesso l'individuo a cambiare lavoro o scuola.

Per riassumere, senza dubbio la marijuana si è rivelata un ottimo antidolorifico e calmante nel campo della medicina, apprezzata sia dai pazienti sia dai medici, ma i numerosi danni che provoca a livello fisico, emotivo e psichico ci portano a riflettere su come la totale legalizzazione di questa droga si rivelerebbe un'arma a doppio taglio se usata in modo sconsiderato.


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