Modelli culturali a cui si ispirano i giovani

Dennis Bobeica 3^B

ROMA - Iniziata l'evoluzione nei lontani anni 60' dalle prime minigonne (tuttora molto in voga) 


e dai famosi pantaloni a zampa d'elefante (che stanno tornando di moda), fino alle magliette così corte e attillate (sempre gettonatissime tra le ragazze), passando agli sgargianti colori dei famosi Hippies, risalenti agli anni 70' e ai più vicini anni 80' con le capigliature cotonate e sistemate nei modi più strani, che oggi vengono definite orrende, siamo giunti nel 2000! 


Se fino al 1989 circa, i giovani andavano vestiti con colori sgargianti, dai primi anni 90' si è passati quasi improvvisamente a colori più scuri, come il nero e il grigio, che buona parte dei genitori di oggi che hanno vissuto nell'epoca dei figli dei fiori definiscono da morto.

Ormai sono sempre più vari i modi di vestirsi, ma i più gettonati sono tre o quattro, più precisamente sono i look da: "pariolino", "coatto", "hip-hop" e "zecca". Questo è quanto traspare stando seduti sulla scalinata di Piazza di Spagna a osservare i giovani d’oggi che si divertono per le vie del centro.

I pariolini generalmente sono quelli più facoltosi, considerati i "figli di mamma e papà", poiché possiedono orologi e vari oggetti molto costosi e non appena giunti alla fatidica soglia della maggiore età ricevono subito come regalo una "bella" macchina dai genitori, magari una Smart che fa tendenza! Gli adulti li reputano più maturi ed educati di altri loro coetanei che magari non hanno un look così glamour.

Di solito sono vestiti sempre bene con tutti i capi d'abbigliamento "firmati", di solito sono i più eleganti. Le marche degli abiti più alla moda sono la "Sub-Dued", la "Crazy Duck", l' "MBC" e per gli amanti del buon vestire gli stilisti più amati sono i classici, in particolare"Dolce & Gabbana", "Armani", "Versace". I pariolini sono chiamati così perché abitano ai Parioli (o nei dintorni), cioè nei quartieri del centro definiti tra i più ricchi di Roma.

I coatti, invece, sono molto meno benvisti, perché più confusionari e più maleducati; vengono chiamai i "burini" di una volta, nonché i "borgatari" di oggi. Sono così chiamati coloro che "vanno girando" su scarponi che tempo fa venivano usati per fare trekking in montagna, solo che in più hanno circa 10 cm di doppio fondo. I ragazzi di solito portano i capelli rasati per metà con le punte rivolte verso l'alto e metà ossigenate, naturalmente stracolmi di gel per capelli. Le ragazze portano capelli liscissimi, tinti con colori tutt'altro che naturali, tipo rosso rubino o nero con riflessi blu o viola. Per quanto riguarda i capi d'abbigliamento la varietà è ampia, dai jeans alle tute portati entrambi arrotolati dentro le scarpe e le felpe generalmente sono della "Napapijiri" o della "Pickwick".

Il modo di vestire, per grandi linee è sintomo anche di preferenze politiche: i pariolini si può dire che preferiscano generalmente la destra, i coatti invece sono quelli con le idee più confuse ma sono assidui frequentatori di stadi. Passando a tutt'altro genere di politica, la sinistra, si entra nel discorso "zecche". Vengono definite zecche coloro i quali vanno ancora in giro con la kefia e i capelli rasta (che per arrivare ad averli completamente arrotolati, come boccoli, non bisogna né lavarli né pettinarli, né tagliarli per circa sei mesi); sono vestiti con abiti completamente trascurati, con pantaloni larghissimi e lunghi che finiscono sotto le scarpe, indossano maglioni larghi che sembrano risalire all'epoca di Garibaldi. Gli Hip- Hoppers si vestono anche loro con abiti larghi e comodi ma il materiale spesso è di nylon ed usano indossare indumenti molto colorati, con diverse sfumature tra loro contrastanti. Tendono molto a imitare i rappers dell'America nera, e proprio come loro amano ballare ovunque anche per le strade.

Naturalmente, oltre a questi elencati, ci sono anche altri "Soggetti" che riprendono diverse caratteristiche di ognuno di questi stili, quindi non c'è bisogno di angosciarsi se per caso non si rientra in una di queste "Categorie". Infatti ancora molto graditi sono quei ragazzi, definiti classici, con un normale paio di Jeans (o pantaloni qualsiasi), una camicia un maglione o una felpa che restando indifferenti alle mode del momento, dimostrano una forte personalità ed un sano scetticismo sui modelli culturali proposti quotidianamente dalla TV che plasma purtroppo le menti, a volte deboli, di parecchi giovani portando nelle loro case il culto dell’esser belli e alla moda. Soltanto in questo modo si pensa di essere vincenti? Sbaglio o non sono forse queste delle premesse preoccupanti che dovrebbero essere quantomeno riviste in maniera critica? Concludo ricordando una frase del filosofo francese Rousseau che forse potrà far riflettere in molti: “Attenzione conta più l’essere che l’apparire!”.


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