QUANDO SIAMO DIVENTATI GRANDI?


QUANDO SIAMO DIVENTATI GRANDI?

Mi capita spesso, soprattutto quando devo andare in posta da sola, di rendermi conto di essere diventata grande.

Ci credete che la mia carta di credito è intestata a me? Sì, lo so, fantastico. Però lo avete mai chiamato il dottore?

"Sì mi dica, qual è il problema?".

Vuoto.

"Mamma, che cosa gli devo dire?". Come se non fossimo noi a stare male, ma il bambino che abbiamo ancora dentro.

Ma io quando sono diventata grande? Anzi, la questione è un'altra. Io non sono grande.
Per il mondo, sì, certamente. Posso votare, posso guidare, posso addirittura firmare le mie giustificazioni a scuola. Posso lavorare!
Tuttavia, non me la sento ancora, io, di pensare da grande.
Ci sono giornate lunghissime, noiosissime, pesantissime. Tipo quando devi andare in posta, di nuovo. Magari anche di sabato, al mattino.

Ci sono parole difficilissime su quelle quaranta pagine che devo studiare per domani, non posso colorare nemmeno una scheda, perché non basterebbe quello per farmi dire che sono stata brava.
Ci sono persone che ti mettono tanta paura, ma tu devi affrontarle da solo. Perché ormai sei grande, appunto.
Eccoli! Sono questi i momenti per i quali mi pento di aver desiderato così tanto di essere "grande e bella, così esco anche alla sera".
Ma che cos'è una notte in discoteca in confronto alla mamma che mi prenota le visite?
E scusamela questa, Kant: quanto è bello essere minorenni? Lasciare a Babbo Natale il compito di recapitare la nostra casa di Barbie, e non dover dare le ripetizioni per avere qualche soldo, ma trovarselo sotto al cuscino solamente per l'impresa di aver perso un dente.

Però io lo so che crescerò ancora, fino a capire, spero, che in realtà anche essere grandi ha la sua magia.
Essere consapevoli, essere sicuri, avere abbastanza esperienza affinché le persone ti prendano sul serio. Vivere, esperire. Rimanere soddisfatti dai propri progressi.
Avere una grande responsabilità, e per questo sentirsi importanti.
Imparare, imparare e ancora imparare.

Questo un po' mi consola: il fatto di non sapere ancora cosa significa essere grande, di non averlo ancora toccato con tutta la mano, ma solo sfiorato con l'indice.

Tempo al tempo.

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