Un nuovo senso per il Natale



Natale ormai è passato e con lui la magia delle feste, il profumo di biscotti, arancia e cioccolato, pranzi e cene infiniti, regali da impacchettare come veri elfi di Babbo Natale e biglietti di auguri da spedire.              

Cosa ci ha lasciato il Natale 2022? 

Sarà la mia percezione, sarà che un po’ sono cresciuta anche io ma queste feste mi sono sembrate meno luccicanti e più reali. 

Il Natale da bimba fantasiosa, superstiziosa e affascinata dall'atmosfera magica che in casa, nelle strade e forse, spero, anche un po’ nei cuori di tutti, si diffonde dalle prime settimane di dicembre è sembrata come diluita, pallida e meno colorata. 

Per quanto abbia lottato per farmi trascinare dalla corrente di luci, fiocchi, palline e festoni i miei sforzi sono stati un po’ sprecati: il Natale è cambiato.

Che sia cambiato in meglio o in peggio non lo so dire con certezza, sono sicura però che sia diverso: mi pare di essere entrata nel circolo vizioso di preoccupazioni e nel modo di vedere la festività che va somigliando a quella degli adulti, idea ancora più alimentata da intoppi durante il percorso: svariati motivi per cui alcuni dei parenti non potevano partecipare al tanto atteso pranzo del 25 dicembre, cenoni che saltano, piani che si modificano in se stessi, dover aspettare più del previsto (ma soprattutto più del voluto) per aprire tutti i miei regali, e così via.

Nervosa e sconsolata, i miei pensieri sono stati qualcosa di questo tipo: "tutti questi imprevisti succedono a me, proprio a me che odio tanto i cambiamenti e ho bisogno di prepararmi psicologicamente mesi prima che succedano le cose!"

Forse però tutto il male non viene per nuocere, piano piano tutti i programmi, infatti, si sono aggiustati da soli: i pranzi riprogrammati, i regali aperti, un invitato in più al tradizionale pomeriggio di Natale dedicato ai giochi da tavola.

Anche se diversamente da come mi aspettavo, tutto è andato a posto ma ho avuto comunque il tempo per ragionare su cosa significhi davvero per me il Natale, quale sia il vero spirito natalizio di cui tanto si sente parlare ma che sembra aleggiare nell'aria come qualcosa di inafferrabile e irreale.

Questo è stato, credo, il primo anno in cui mi sono profondamente resa conto di come il Natale non sia i regali, non le decorazioni e nemmeno la temporanea interruzione della scuola e del lavoro.

È il calore della casa quando si ritorna dopo una giornata stancante, con l'aria fredda che sferza sulla pelle del viso, è il sorriso di qualcuno a cui vogliamo bene, è un piatto di cappelletti in brodo nella casa della nonna che vediamo una volta l'anno, è la prima nevicata dell'anno che ci riempie gli occhi e fa sembrare il paesaggio come coperto di zucchero a velo.

Possono sembrare le solite frasi fatte che annualmente ci ritroviamo propinate nei biglietti d'auguri o nelle vignette sui social accompagnate da aforismi e frasi profonde erroneamente attribuite a poeti emeriti o scrittori celeberrimi e devo ammettere che, forse, fino a poco tempo fa lo pensavo anche io, ma credo finalmente di aver capito davvero che, in fondo, non è così: dietro ci può essere molto di più, anzi ci deve essere molto di più.

C'è il bambino dei vicini a cui far trovare un pacchettino sul pianerottolo per strappargli un sorriso, c'è il senzatetto dietro l'angolo a cui offrire qualcosa di caldo al bar, c'è il canile a cui fare una donazione e molto altro ancora, perché alla fine è vero che a Natale siamo tutti più buoni.

Spero che questo Natale un po’ diverso mi sia di lezione per non perdere mai di vista ciò che è davvero importante e, soprattutto, che non mi faccia dubitare mai che la magia del Natale riesca a fare il suo corso. Com’era agli occhi di quella bambina che, prima di chiudere le persiane quando andava a dormire la sera della Vigilia di Natale e annusando forte l'aria diceva "sento odore di neve", allo stesso modo so che ora che l’ho trovato, lo Spirito del Natale non mi abbandonerà.

Commenti

Anonimo ha detto…
Bell'articolo complimenti!!! Brava!

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