La figlia oscura


La figlia oscura è il romanzo più breve di Elena Ferrante, pubblicato nel 2006 e da cui nel 2021 è stato tratto l'omonimo film. In sole 140 pagine, l'autrice riesce a scrivere una storia densa, ricca di avvenimenti e riflessioni, scomoda per i temi trattati, come il difficile rapporto di una madre con i propri figli da cui, a volte, può scaturire un abbandono.

In breve, La figlia oscura tratta le vicende dell'io narrante del romanzo, Leda, insegnante di origini napoletane. Quando le sue due figlie si trasferiscono in Canada dal padre, Leda non prova alcun dolore, anzi, quasi imbarazzata da se stessa, si sente più leggera. Dunque, senza più l'ansia di doversi curare delle figlie, decide di andare in vacanza sulla costa ionica, dove incontra una famiglia di Napoli. Fin da subito, Leda si interessa in modo particolare alla madre, Nina, e alla figlia di tre anni, Elena. Dopo essere riuscita a parlare con la donna, stringendo con lei una sorta di amicizia, Leda riflette sul difficile rapporto avuto con le due figlie, arrivando poi a compiere un gesto privo di senso, del quale, proprio perché insensato, decide di non parlarne con nessuno, e che commenta con questa frase: «Le cose più difficili da raccontare sono quelle che noi stessi non riusciamo a capire».

Con uno stile schietto e una narrazione che si mescola in modo perfetto alla riflessione, Elena Ferrante utilizza una struttura narrativa semplice per affrontare un argomento che è complesso e, per alcuni, fastidioso: l'essere madre per costrizione culturale e il conseguente rendersi conto che la maternità, spesso, è una prigione in cui si rinchiude il desiderio di realizzarsi, quindi la propria anima.

La maternità e il rapporto madre-figlia sono argomenti che l'autrice ha più volte trattato all'interno dei suoi romanzi e tuttavia la Ferrante non cade mai nel banale, dando invece a questi temi nuove sfumature e ulteriori approfondimenti.

Il continuo alternarsi tra vicende presenti e vicende passate, insieme alla scrittura magnetica tipica della Ferrante e alla brevità del romanzo, rendono La figlia oscura un libro da cui è difficile staccarsi. E poi, a lettura conclusa, allontanarsi del tutto dai personaggi e dalla storia in cui ci si è immersi è quasi impossibile. Nella società odierna non si proverebbe compassione per il personaggio di Leda, la quale abbandona i figli, anzi lo si criticherebbe. La genialità della Ferrante sta proprio in questo: la capacità di approfondire personaggi sconvenienti in modo tale da renderli normali.

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