L'importanza della scrittura


Anne Frank, grazie al suo diario scritto tra il 1942 e il 1944, è diventata il simbolo della Shoah. Soltanto tre giorni dopo l’ultima annotazione che porta la data del primo agosto, Anne venne arrestata, quindi deportata in un campo di concentramento. Dopo la sua morte, fu il padre Otto Frank a decidere di pubblicare il diario della figlia e dal 1947, anno della pubblicazione, Anne, per mezzo di quelle pagine frutto della necessità di esprimere ciò che le accadeva, è diventata una tra le voci più conosciute della testimonianza della persecuzione ebraica.

Leggendo il diario, è possibile trovare numerose riflessioni che evidenziano la sensibilità e la lucidità di Anne, all’epoca soltanto un’adolescente. Nelle prime pagine del diario scrisse: «La carta è più paziente degli uomini». Il significato è che gli uomini hanno spesso difficoltà nell’ascoltare, presi da se stessi, perciò si scocciano, si interessano ad altro. Ma la massima – così definita dalla sua ideatrice – racchiude al suo interno una verità che è solitamente ignorata, vale a dire l’importanza della scrittura.

La stessa Anne trovò nella scrittura l’amica che non aveva mai avuto e non è certo stata l’unica a tenere un diario per non sentirsi sola. Sono inoltre parecchie le persone di cui sono stati pubblicati gli scritti privati, come Sylvia Plath, poetessa americana della prima metà del Novecento, che raccontò sotto forma di diario la propria vita. Oppure Virginia Woolf ed Elsa Morante – rispettivamente una tra le più importanti scrittrici inglesi del XX secolo e la narratrice più rilevante del secondo dopoguerra italiano. Anche la premio Nobel Annie Ernaux ha dato grande importanza alla scrittura diaristica, sulla quale ha basato la sua opera: ogni suo libro prende infatti ispirazione da esperienze personali e tramite queste è riuscita a svolgere un'importante indagine sociale. Elena Ferrante, infine, autrice contemporanea italiana, scrive in un articolo comparso sul Guardian che, da piccola, era solita tenere un diario e racconta che nel suo quaderno si «sfrenava», raccontando eventi segreti e pensieri audaci.

Queste scrittrici, ciascuna meritevole e importante a suo modo, hanno in comune il solo fatto di aver messo per iscritto i propri pensieri e, probabilmente, hanno tutte avuto il medesimo pensiero di Anne: la carta è più paziente degli uomini. Un’interpretazione della massima può essere la seguente: la carta si lascia scrivere senza mai chiedere nulla in cambio, la carta dà un ordine alle cose, la carta può essere il migliore degli amici, cioè quello che mai interrompe, mai giudica e che ascolta soltanto.

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