Chi è Sergio Mattarella: conosciamo il nostro dodicesimo Presidente

Palazzo del Quirinale, Roma. La residenza di un capo di Stato più grande del mondo, dimora di trentaquattro tra papi e re, da pochi giorni ospita il suo decimo presidente: Sergio Mattarella.


Eletto sabato 31 gennaio con 665 voti (dicono che sia stata fatta sparire la 666esima scheda per scaramanzia, ma questa è un’altra storia), Mattarella era giudice della Corte Costituzionale. Politico di lunga data, ma di poche parole, è nato a Palermo nel 1941: il padre Bernardo, più volte ministro, gli ha fatto conoscere la politica sin da bambino e l’ha aiutato ad avvicinarsi alla Democrazia Cristiana; il fratello Piersanti, invece, è stato ucciso dalla mafia mentre ricopriva la carica di governatore della Sicilia. Proprio questo evento segnò l’inizio dell’impegno politico di Mattarella, che all’epoca era professore universitario.


Il nuovo Presidente è noto per essere caratterialmente timido e riservato. Se è vero che in dieci anni ha rilasciato solo ventinove dichiarazioni pubbliche, in questo stesso periodo di tempo non è stato con le mani in mano: ha abolito la leva militare obbligatoria per i diciottenni, ha firmato la vecchia legge elettorale (nota come “Mattarellum” proprio dal nome del suo autore), contribuito a produrre il manifesto del Partito Democratico e, dichiaratosi fermamente contrario alla legge Mammì, era ed è uno dei più strenui oppositori del predominio politico di Berlusconi. Cattolico praticante, ma saldamente ancorato al principio di laicità dello Stato, viene descritto dagli amici più stretti come un uomo mite, tranquillo, ma capace di dure prese di posizione e per nulla debole.

Questo dobbiamo aspettarci da Sergio Mattarella: poche parole e molti sforzi per produrre fatti, e ciò lo possiamo constatare già nella sua prima giornata da Presidente. Subito dopo l’annuncio dell’elezione, infatti, la primissima dichiarazione ufficiale di Mattarella è stata: “Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini”, non una parola in più. La prima azione, invece, è stata quella di andare a rendere omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine, raggiungendo il memoriale con la stessa Fiat Panda grigia che ha sempre usato.

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