L'accordo andato... per le Calende Greche.
Un patto a due tra Europa e Grecia, che suona come una
tregua.
La scorsa settimana Yanis Varoufakis ha incontrato i vertici
europei per chiedere un aiuto sulla crisi economica greca.
Il ministro del primo governo Tsipras proponeva una proroga
di sei mesi per ripagare il debito, la possibilità di emettere una quantità
maggiore di titoli di stato e chiedeva di rientrare all'interno del programma
di quantitative easing(1) annunciato da Mario Draghi lo scorso
Gennaio. Una richiesta a dir poco audace per uno stato considerato ad un passo
dal non poter più pagare le pensioni ai propri cittadini. La risposta europea
(o forse sarebbe meglio dire tedesca?) non si è fatta aspettare, un secco no ha
risuonato nelle aule di Francoforte, la Troika(2) aveva appena
emesso il suo verdetto.
In alternativa è stato però discusso un documento, durante
l'incontro tra il ministro dell'economia greco e il presidente dell'Eurogruppo,
sul quale si è aperta una, a dir poco bizzarra, discussione(3):
sembrerebbe che in un primo momento sia stata presentata una bozza a Varoufakis
ma poi, arrivati al tavolo della trattativa, quest'ultima sarebbe stata sostituita con un
nuovo documento, decisamente più duro nei confronti dello Stato greco che il
Ministro ha rifiutato di firmare.
Sabato è arrivata la notizia che un accordo è stato
raggiunto: la proroga (di soli quattro mesi) è stata concessa, ma a patto che
la Grecia segua le misure indicate dall'Eurogruppo. Insomma, a Tsipras è stato
concesso quello che qualcuno ha definito un “contentino”, tuttavia è positivo
che le due posizioni, inizialmente così distanti, siano riuscite a convergere,
scongiurando un'uscita dall'euro da parte del paese ellenico che avrebbe avuto
conseguenze disastrose. Per tutti, Germania e Grecia comprese.
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