Tassazione senza rappresentanza è tirannia!

La Grecia sceglie l'abito rosso per presentarsi in Europa. Con la vittoria, shiacciante, di Syriza alle ultime elezioni i greci mandano un forte segnale al resto dell'Europa: così non possiamo andare avanti. La crisi ha colpito nel paese ellenico più duramente che in qualsiasi altro stato membro dell'Unione, creando un vero e proprio dramma sociale. Migliaia e migliaia di famiglie hanno visto letteralmente crollare ogni certezza sul futuro, trovandosi, da un giorno all'altro, a confronto con una realtà che difficilmente avrebbero potuto immaginare, senza serivizi, senza lavoro, senza casa.
In questo clima insopportabile, dove la frustrazione rasenta la disperazione, e in molti casi vi sprofonda inesorabilmente, Alexis Tsipras si è proposto come uomo della provvidenza: una figura capace di difendere i diritti dei greci, anche mettendo in discussione le decisioni della “matrigna” Unione Europea. Questo, purtroppo, è l'evidente sentimento che la Grecia prova nei confronti di un'istituzione lontana, che le chiede di attenersi a rigidi protocolli matematici senza tener conto delle difficoltà reali dei cittadini. Questo è quello che sostiene anche Varoufakis, Ministro dell'Economia del neonato governo greco, che afferma come sia impossibile, per un paese in recessione, rilanciare la propria economia se incombe su di essa il peso di un debito pubblico importante come nel caso della Grecia. La parola d'ordine diventa quindi “rinegoziazione del debito” che, sebbene sia già una notevole attenuazione della “cancellazione” udita durante la campagna elettorale, rappresenta comunque una richiesta audace. Per la prima volta, sembra di assistere ad una vera e propria messa in discussione delle leggi dell'Unione. Quest'ultima, ovviamente, non vuole cedere, sia per evitare comportamenti impari (a Irlanda e Portogallo non sono stati concessi aiuti, n.d.r.), sia perché comportarsi come una vera Unione, e cioè dividere i problemi di ognuno per ricercare un progresso comune, non sembra nell'interesse dei burocrati di Bruxelles.
Nel frattempo, in Spagna, un nuovo partito guadagna punti in tutti i sondaggi, è “Podemos”, si ispira a Syriza e proprio come esso è guidato da un giovane socialdemocratico convinto che l'Europa dovrebbe essere più di un mero sistema bancario, dal quale, non si riesce a capire perché, sono avvantaggiati solamente gli stati più solidi.
Insomma, una svolta radicale verso un cambiamento all'interno dell'Unione c'è stata, chissà che un giorno, sull'onda di queste nuove proposte, non si possano vedere gli Stati Uniti d'Europa, o almeno qualcosa di simile.

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