Cosa sta succedendo a Trafalgar Square?

Alcuni mesi fa sono stato a Londra, una delle mie città preferite. Al mattino, partendo dal Westminster Palace, sono arrivato fino a Trafalgar Square percorrendo la meravigliosa Whitehall. Proprio nella grande piazza, sotto la statua delll’ammiraglio Nelson, che dall’alto della sua colonna fissa costantemente la città di Portsmouth, la gioia di trovarmi nella City ha lasciato spazio allo stupore.

Fonte: repubblica.it
Cosa ci fa un enorme gallo blu davanti all’entrata della National Gallery? Chi ha messo un obbrobrio del genere davanti al palazzo che ospita, tra le altre, opere come la Vergine delle Rocce di Leonardo, Venere e Marte di Botticelli, lo Stagno delle Ninfee di Monet, Bacco e Arianna di Tiziano e la Cena in Emmaus di Caravaggio? Aperta parentesi: quattro su cinque dei quadri più famosi del museo sono di arte italiana. Chiusa parentesi.


Nonostante il disagio che mi ha provocato la vista di quell’enorme gallo, che ho concluso essere orribile e simpatico allo stesso tempo, ho vissuto abbastanza serenamente questi mesi, almeno fino a poche ore fa. Ieri, infatti, ho scoperto alcuni dettagli sulla mente che ha partorito l’opera. Si tratta dell’artista tedesca Katharina Fritsch, alla quale è stato commissionato di occupare con un’installazione provvisoria il piedistallo che avrebbe dovuto ospitare la statua mai completata di re Guglielmo IV, il cosiddetto “Fourth Plinth”, come vuole una tradizione ormai consolidata da anni. Lei, giustamente, ha pensato bene di metterci un gallo d’acciaio e fibra di vetro alto 4,70 metri. Per gli inglesi, quel pollo è stato davvero un boccone amaro. Non perché sia una componente un po’ “estranea”  di una delle piazze più belle di Londra, ma perché il gallo è da secoli il simbolo della Francia. Per questo, posizionarlo sotto la statua dell’ammiraglio che ha sconfitto proprio le forze napoleoniche a Trafalgar è stato visto come un oltraggio eccessivo ai sudditi di Sua Maestà. Tra inglesi e francesi non è mai corso buon sangue, si sa.


I critici hanno avanzato diverse ipotesi sul perché fosse stato scelto proprio un gallo blu. Tuttavia la spiegazione è semplice: è nello stile della Fritsch realizzare sculture dei soggetti più disparati e poi dipingerle di una tinta unita surreale. Bella idea, Katharina, molto originale, ma fai attenzione alla location in cui dovranno essere posizionate le tue opere: personalmente, non sarei molto felice di vedere una pantegana verde al posto di una delle statue nel cortile degli Uffizi, mentre non mi dispiacerebbe ammirare un’installazione di questo genere in una piazza moderna come quella recentemente dedicata a Gae Aulenti a Milano.


Spero però non stiate programmando di fare un salto a Londra per vedere questo gallo. Sono desolato di annunciarvi che non c’è più: al suo posto, da pochi giorni, è stato installato un enorme cavallo scheletrico nero. La scultura, realizzata dall’artista Hans Haacke, ha anche un significato considerevole: è un’accusa al capitalismo imperante, che ha insinuato i suoi tentacoli anche nel mondo dell’arte. Nemmeno quest’opera, però, sembra piacere ai cittadini d’Oltremanica, forse un po’ restii a comprendere l’arte contemporanea.

Rassegnatevi, cari inglesi. Secondo Duchamp, ogni oggetto è potenzialmente un’opera d’arte: anche la sua Fontana, che altro non è che orinatoio girato al contrario. Finché parliamo di un gallo blu, quindi, siamo ancora abbastanza nella normalità.

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