Non parlare come mangi, saresti noioso.
Già,
può sembrare un paradosso tenendo conto che molte persone del
pianeta ancora muoiono di fame, ma con la conclusione di questo
periodo di bagordi capita un po' a tutti di salire sulla bilancia e
spalancare la bocca in un grido di terrore.
Tuttavia,
fermandoci un secondo a pensare, che poi è semplicemente ciò che ci
rende esseri umani, una domanda sorge spontanea.
Perché
mangiare così tanto?
Dopotutto
oggi, nei paesi occidentali, non si soffre la fame. Abbiamo in tavola
alimenti a sufficienza per nutrirci ogni giorno, quasi sempre già
con un enorme surplus non necessario. Non abbiamo bisogno di nulla
in più di ciò di cui già disponiamo normalmente. Eppure ogni
anno trascorriamo ore ed ore a cenoni, pranzoni, merendoni e via
discorrendo, tanto è vero che persino i mezzi di pseudo-informazione
spendono fiumi di parole a spiegare quanti milioni di tortellini
mangerà quest'anno l'italiano medio.
Diverso
sarebbe il discorso se effettivamente fossimo immersi in una
situazione di povertà.
In quel caso, concedersi un pasto completo ed abbondante in poche
occasioni all'anno, coincidenti con le feste, apparirebbe sensato. A
questo proposito riporto le parole della mia bisnonna
centocinquenaria, nota per la sua irrequietezza nell'aspettare con le
mani in mano quando il cibo è in tavola: «Scusate
se ne prendo in fretta
[da mangiare] ma ho
vissuto per anni con la fame e ho preso l'abitudine di riempire il
piatto appena ce n'è la possibilità».
La
cosa peggiore è che questo principio
dell' "ingerisco tutto ciò che il mio stomaco può contenere" viene
esteso ad ogni aspetto della vita,
diventando anche "voglio tutto ciò che il mio occhio vede", "compro
tutto ciò che il mio portafogli mi permette", catapultandoci in una
spirale senza fine che ci
trasforma in pedine di un mercato non più a misura d'uomo.
Desidero
concludere questa riflessione con un detto Buddhista che spero vi
colpisca esattamente come ha colpito me: “Non
è più ricco colui che possiede di più, ma colui che necessita di
meno.”
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