Ruqia Hassan: il giornalismo ai tempi dell'ISIS

“Quando l’IS mi arresterà e ucciderà andrà bene, perché loro mi taglieranno la testa e io ho la mia dignità: meglio che vivere nell’ umiliazione con l’IS.”

Queste sono le parole di uno degli ultimi tweet di Ruqia Hassan, giovane giornalista freelance di origini curde uccisa da miliziani del sedicente Stato Islamico. La notizia della morte dell’unica reporter donna di Raqqa, avvenuta con ogni probabilità a fine settembre, è nota solo da pochi giorni. La decapitazione di Ruqia Hassan è stata giustificata con l’accusa di spionaggio, che appare come l’evidente pretesto per l’eliminazione di un personaggio scomodo: Ruqia era donna, giornalista e oppositrice del Califfato. Da mesi scriveva con coraggio delle violenze quotidiane dell’ISIS e aveva ironizzato sui social riguardo alla decisione dei jihadisti di regolare l’accesso agli Internet cafè e di tagliare gli hot spot Wi-Fi.

Dai suoi tweet appare chiaro che la giornalista sapeva di correre un grandissimo rischio e che avrebbe pagato con la morte il proprio coraggio, ma è altrettanto evidente che la volontà di comunicare al mondo ciò che vedeva ogni giorno era più forte della paura.

Molti insegnamenti si possono apprendere dalla determinazione di Ruqia, in particolare ce ne sono due da sottolineare. Il primo è che ognuno, secondo le proprie possibilità, può contrastare quanto di sbagliato lo circonda. Inoltre, si capisce che la cultura, l’educazione e l’informazione possono fare la differenza nella lotta contro il male: esse sono, allo stesso tempo, un’arma potentissima e ciò che più spaventa i violenti e gli ignoranti. Non è un caso, infatti, che gli appartenenti allo Stato Islamico abbiano più volte distrutto monumenti e città antichissime e che abbiano ucciso una donna che aveva come unica colpa quella di raccontare la verità.

Ruqia Hassan ha operato in una realtà dominata da terribili conflitti e ha portato avanti la propria attività di citizen journalist fino a morire per essa. Non è certamente possibile né tantomeno auspicabile che tutti seguano il suo esempio o che muoiano per un ideale, ma è giusto augurarsi e impegnarsi perché ognuno conosca la realtà che lo circonda.



Leggete, approfondite, scrivete o semplicemente condividete notizie sui social network: a volte basta davvero poco per migliorare, per quanto possiamo, il nostro mondo.


Paola Greco, III Classico

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