Il referendum del 17 aprile: proviamo a vederci chiaro
Purtroppo abbiamo notato la presenza di molta disinformazione per quanto riguarda il referendum abrogativo in programma domenica prossima, soprattutto tra i ragazzi neodiciottenni che affronteranno l'emozione del voto per la prima volta.
Il breve articolo di Caterina Sava che segue si propone di fornire le basi per un'analisi più approfondita, in modo da esercitare il diritto-dovere del voto da cittadino consapevole e informato.
Il breve articolo di Caterina Sava che segue si propone di fornire le basi per un'analisi più approfondita, in modo da esercitare il diritto-dovere del voto da cittadino consapevole e informato.
Fonte: ilpost.it |
Il prossimo 17 aprile gli Italiani saranno chiamati al voto per un
referendum abrogativo sulla legge ambientale che regola le trivellazioni in
mare. Per la prima volta, anche coloro che risiedono all'estero potranno
partecipare alla consultazione; inoltre il referendum è stato fortemente voluto
dall'iniziativa politica di nove regioni, fatto nuovo in Italia.
Con il quesito referendario viene chiesto se i permessi di estrarre
idrocarburi in mare entro le 12 miglia dalla costa debbano durare fino
all'esaurimento del giacimento, come avviene ora, oppure fino al termine della
concessione. In sostanza, il referendum riguarda soltanto le trivellazioni dei
giacimenti già presenti al largo delle nostre coste. Se si raggiungesse quindi il quorum con la vittoria del Sì le piattaforme a meno di 12 miglia
dalla costa verrebbero smantellate una volta scaduta la concessione. La prima piattaforma verrà abbandonata nel
2018, l’ultima nel 2034.
Ma che cos’è un referendum abrogativo?
Con un referendum, tutti gli aventi diritto al voto sono chiamati ad
esprimere il loro parere a riguardo del quesito proposto. In particolare, con
un referendum abrogativo viene chiesto di pronunciarsi circa l’annullamento di
una norma giuridica. Pertanto, votando NO
la legge rimane invariata; alla vittoria del Sì essa viene modificata.
Che cosa significa ‘quorum’?
Il quorum viene raggiunto quando partecipano alle consultazioni il 50%
più uno della popolazione votante.
Qual è il testo del referendum del 17 aprile?
"Volete
voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, 'Norme in materia ambientale', come sostituito dal comma
239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 'Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità
2016)', limitatamente alle seguenti parole: 'per la durata di vita utile del
giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia
ambientale'?"
Cosa sostiene chi vota No?
·
Uno spreco - Non utilizzare le piattaforme già in essere significa
rinunciare a settemila posti di lavoro e denaro investito in questi anni.
·
Pericolo limitato - In 70 anni, sono stati tre gli incidenti legati alle
trivellazioni in mare, il più importante vicino a Ravenna, nel 1965. L'episodio
passò alla storia come ''La catastrofe del Paguro'': per circa due giorni,
infatti, una piattaforma Agip venne distrutta dalla fuoriuscita di gas ad
altissima pressione e tre persone morirono fra le onde.
·
Rischi energetici per il Paese - Frequenti sono le crisi internazionali
degli Stati da cui l'Italia dipende dal punto di vista del fabbisogno
dell'energia.
·
Sfruttamento - Con la vittoria del Sì,
si ricorrerebbe a nuove trivellazioni in Paesi in via di sviluppo,
aumentando il rischio ambientale e la necessità di trasportare petrolio e gas
in Italia.
Cosa sostiene chi vota Sì?
·
Pericolo non solo ambientale, ma anche per la salute umana - Secondo i
dati raccolti dall'Inspra, nei sedimenti marini e nei molluschi delle zone
limitrofe alle piattaforme è stata rilevata la presenza di sostanze chimiche in
quantità superiore ai limiti imposti dalla legge.
·
Il gioco non vale la candela - Un incidente di qualsiasi entità, anche
lieve, può alterare l’ambiente marino profondamente in un mare chiuso come il
Mediterraneo.
·
Riflessioni - La vittoria del Sì,
imporrebbe ai governanti un’immediata riflessione circa il destino energetico
del Paese, tenendo presente gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per le
rinnovabili.
Quante sono le concessioni attive in Italia?
Secondo il ministero dello Sviluppo economico, 92 sono le piattaforme
situate all’interno delle 12 miglia nautiche. L’attività di estrazione riguarda
soprattutto i gas, solo 4 piattaforme infatti sono attive nell’estrazione del
petrolio.
Qualunque sarà l’esito del referendum, non dimentichiamo quello che già
Aristotele sosteneva: l’uomo è un animale politico, non smettiamo mai di
informarci, di interessarci e di partecipare attivamente alla politica, con
curiosità e spirito di iniziativa!
Esempio di scheda di un referendum passato. |
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