Dolce dormire
Chi
di noi non ha mai avuto l’occasione di vedere un compagno di classe addormentarsi
sul banco durante la lezione? Oppure quante volte avete sentito frasi del tipo “ci
dorme sopra”, “dorme a occhi aperti”, dorme in piedi”. Quasi mai questi modi di
dire accompagnano un segno di approvazione e queste sono le conseguenze a cui
può portare una forte sonnolenza, causata da una brutta e/o breve dormita.
Secondo diversi studiosi le cause
della riduzione della qualità e della quantità del sonno solo in minima parte
possono essere ricondotte a ragioni mediche. Molto più forte sembra essere l’impatto
dei cambiamenti che hanno investito la società nell’ultimo ventennio.
Secondo una ricerca pubblicata lo
scorso novembre dalla rivista PLoS One,
che ha messo in relazione il tempo passato davanti allo schermo di smartphone e
tablet con la qualità del sonno, maggiore è il tempo speso con gli occhi su un
monitor più breve è la durata del sonno e peggiore è la sua qualità, specie se
i dispositivi sono usati di sera o, ancora peggio, quando si è già a letto.
Intanto, qualcuno comincia già a
studiare l’effetto Netflix; tra noi ragazzi, infatti, si sta divulgando questa
piattaforma che permette la
disponibilità di flussi di contenuti continui online. Si sta diffondendo l’abitudine
di fare grandi abbuffate di serie televisive che, naturalmente, si traduce in
un drastico peggioramento della qualità del sonno. A ferragosto, una importante
rivista scientifica, il Journal of
Clinical Sleep Medicine, ha pubblicato il primo studio su questo argomento
condotto su oltre 500 giovani adulti; il risultato? Un terzo del campione aveva una pessima qualità del
sonno, che lasciava strascichi il giorno seguente.
Un’ altra causa è sicuramente il
modello di lavoro che si è andato affermando con l’era post-industriale del
sonno. Se un tempo a preoccupare erano i turni che facevano impazzire l’orologio
biologico, oggi il timore principale sono gli effetti del lavoro come inesauribile fonte di stress.
Il sonno ha effetti devastanti sull’organismo che si traduce in
perdita di giorni di lavoro, riduzione della produttività, aumento degli errori
e degli incidenti sul lavoro. Insomma, la biologia fa economia.
Stesso discorso si può fare per
lo studio: meno dormiamo peggio lavoriamo e studiamo il giorno dopo, facendo
più fatica e impiegandoci più tempo rispetto al normale, andando così a dormire più tardi e
peggiorare la situazione di giorno in giorno.
L’insonnia, che sia cronica o occasionale,
non è uno scherzo, essa ha un pessimo impatto sulla qualità di vita, ma soprattutto
contribuisce a fare seri danni alla salute. La ragione è che il sonno è un
bisogno primario del nostro corpo e non dormire innesca una miriade di
meccanismi biologici che possono portare a innumerevoli malattie.
Quanti di voi durante le lunghe
mattinate scolastiche non hanno mai sognato di tornare nel proprio amato letto
e distendervi tornati a casa? Questo perché in fondo gli esseri umani sono
macchine semplici e binarie: luce-buio, attività-riposo; sono questi due cicli
fondamentali che scandiscono le nostre giornate.
E allora gli studiosi provano
anche a darci qualche buon consiglio. Il più semplice è quello di dormire al
buio ed evitare fonti luminose intense prima di andare a riposare. Sembra
infatti certo che lo stimolo luminoso, soprattutto quello di determinate frequenze
di blu, promuove la veglia proprio per la connessione del ritmo circadiano con
il ciclo sonno/attività.
Detto questo poi leggo che alcuni
personaggi importanti e famosi anche della storia dormivano pochissimo.
Leonardo da Vinci a quanto pare faceva solo pisolini, Winston Chuirchill
arrivava a non più di 4 ore di sonno, Barack Obama dorme non più di 6 ore, il
redivivo Silvio Berlusconi sembra che non dorma mai (si dice pure che sia
immortale…) mentre Giovanni Agnelli che alle cronache svegliava i grandi
campioni della Juventus all’alba per chiedergli notizie sugli allenamenti, dormiva
pochissimo.
Vuoi vedere che magari per loro
valesse il famoso detto “chi dorme non piglia pesci” in barba agli studiosi del
sonno ?
E per chiudere, a tutti i
genitori che leggeranno questo articolo, dedico la frase scritta da uno
scrittore americano, Robert Anson Heinlein, con l’invito a pensarla tutte le
mattine all’alba nei giorni di scuola: “svegliare
una persona quando non è necessario non dovrebbe essere considerato un reato
capitale. La prima volta, voglio dire...”.
E adesso….buon sonno a tutti!
Leonardo Briano 2B Scientifico
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