Dove nasce la molestia?

Non si può restare indifferenti di fronte a tutti quegli episodi di violenza sessuale di cui ultimamente pullulano i giornali.
Non si tratta, purtroppo, di eventi sporadici, anzi, tutt'altro. Si possono quasi dire "all'ordine del giorno", eppure abbiamo cominciato ad interessarcene quanto dovuto solo ora che ad esserne vittima è stata una donna dello spettacolo. Un atteggiamento poco corretto nei confronti di tutte quelle donne alle quali sono stati riservati trattamenti ancor peggiori e non più di un servizio di 2 minuti al telegiornale. In ogni caso, se era questo ciò che serviva per mobilitare la massa allora, per quanto ci  possa dispiacere per la povera attrice, è stato un bene che sia accaduto.
Ciò su cui mi sono soffermato di più a pensare è stata però un'altra questione: quella sollevata dalla lettera di Catherine Deneuve al giornale francese"Monde". In essa l'autrice sostiene che il chiasso che si è generato intorno al caso Weinsten sia esagerato e, anzi, che le donne che si sono schierate con tanta forza dalla parte dell' #metoo o #timesup dovrebbero ricredersi perchè è naturale che un uomo cerchi di sedurre una donna, che lo faccia con galanteria o con aggressività."Lasciate gli uomini liberi di importunarci" dicono le firmatarie della lettera della Deneuve, lusingate da tali gesti piuttosto che infastidite. Le stesse affermano, inoltre, e in questo non posso che trovarmi d'accordo, che la situazione si possa dire sfuggita di mano a coloro che volevano soltanto una maggiore attenzione sulla questione, tanto che accendendo la televisione e scorrendo un po' di canali, si sente parlare solo di molestie e abusi, anche per il minimo gesto di troppo che un uomo - specie se celebre - compie. Per il resto trovo che la visione delle firmatarie sia, per quanto possa essere assurdo, decisamente troppo maschilista venendo esaltata la figura della donna come un oggetto in balia delle volontà degli uomini, buone o cattive che siano, leggittimando dunque "un sedurre aggressivo". È proprio per questo motivo che la lettera di Catherine Deneuve ha suscitato lo sdegno di molte donne.
Ciò che emerge da tutto ciò è però quanto segue: quando si tratta di aggressioni fisiche,violenze sessuali, a volte addirittura omicidi all'interno di coppie, non esitiamo - ci mancherebbe altro! - a  considerarli gesti estremamente sbagliati, orribili ed ignobili, nonchè dei reati.
Quando però si parla di molestia non sempre è  semplice definire se l'accaduto possa effettivamente ricadere sotto tale denominazione ed essere quindi un reato oppure no. All'inizio di ogni storia d'amore c'è necessariamente quel cosiddetto "provarci", quella seduzione di cui parla Catherine Deneuve, generalmente da parte dell'interessato che cerca di infittire i rapporti con la persona a cui è rivolto il proprio interesse con complimenti, regali e proposte. C'è un limite però.
Quando dunque questo umano ed innocente atteggiamento sfocia nella molestia? Ammettendo che questo limite sia definibile.
Secondo me, appunto, non è possibile stabilire in modo netto un confine tra i due: dipende molto, anzi troppo, da una serie di condizioni come l'atmosfera, il contesto o lo stato d'animo in quel preciso momento, per cui non si possono stabilire dei canoni fissi entro i quali si tratti dell'una o dell'altra cosa. Ovviamente ci sono certi particolari che, in un contesto più giuridico, non possono che aggravare la posizione dell'imputato come, ad esempio, ritornando all'episodio dell'attrice vittima di molestie, il fatto che l'aggressore fosse un suo superiore nell'ambito lavorativo e che dunque si trattasse di un rapporto impari di cui l'uomo ha abusato. Condizione a dir poco vergognosa eppure, specie qui in Italia, molto più frequente di quanto si pensi, basti pensare al recente caso del dottor Bellomo.
Insomma, ciò che, in conclusione, voglio dire è che "molestia" è una parola sulla bocca di tutti eppure non è affatto qualcosa di così scontato. Un pensiero è dovuto.
                                       Nicholas Lucia 3^B

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