La nuova prova del fuoco

Affermare la propria individualità è da secoli per gli adolescenti un passaggio obbligato. Ogni società ha, nel tempo, sviluppato riti e momenti, carichi di una sacralità a noi occidentali, oggi, sconosciuta, per sancire il passaggio da giovane ad adulto. Durante il XX secolo, in assenza di passaggi obbligati per diventare ufficialmente maturi se non il solo, molle, scorrere del tempo, i giovani americani ed europei, quasi simultaneamente, sulla scia dell'internazionalizzazione dei mercati e del sistema economico, iniziarono ad esprimere questo bisogno di affermazione dando vita a vere e proprie controculture, che, in disaccordo con le convenzioni dei genitori, permettessero loro, in una visione tipicamente freudiana, di uccidere il padre, per poi, qualche anno più tardi, scegliere se conformarvisi ordinatamente o vivere da alieni. La controcultura giovanile fu, in questo senso, guidata da alieni: uomini d'arte, della politica, dell'industria che diventarono icone facilmente riconoscibili e diedero il "la" ad una specializzazione delle culture giovanili a seconda della classe sociale e del contesto storico e culturale contro cui andavano ad impattare. Non era difficile, allora, incontrare per strada uno yuppie e capire immediatamente che si trattava di un figlio della società "bene" o un punk ed identificarlo con i suoi genitori, proletari "incazzati", mi si passi il termine. Si conservavano, quindi, aspetti peculiari del mondo di appartenenza per rielaborarli, fisicamente, culturalmente, psicologicamente, fino a renderli solo vagamente riconoscibili dai genitori e, proprio per questo, efficaci per il loro obiettivo.
Ad oggi, l'impalcatura socio-economica su cui i giovani devono edificare la propria cultura è molto cambiata. L'abbattimento delle barriere linguistiche, spaziali e cronologiche ha generato una pericolosa situazione miscellanea. Ciò si risolve non tanto in una maggiore internazionalità di culture specifiche come quelle sopracitate ma nell'avvilente appiattimento di una sola controcultura generica. L'inasprirsi della situazione economica e la smania di assecondare la società dei consumi ha creato la tendenza al ribasso che oggi rende indistinguibili i figli dei proletari e quelli dei piccolo-medio borghesi, come pronosticato già dall'intellettuale Pier Paolo Pasolini negli anni '50 del secolo scorso. Le telecomunicazioni, poi, hanno contribuito ad esportare il modello così creato in giro per il mondo, in ogni contesto, dando vita, così, a situazioni paradossali: i giovani di zone rurali si comportano come i trapper americani, figli del disagio delle metropoli; i figli degli imprenditori più ricchi fanno uso di droghe e alcool perchè credono di essere vittime del sistema proprio come gli operai nullatenenti; i piccolo-borghesi giocano a fare gli intellettuali indipendenti e poi, dopo mesi di risparmi, si dispongono ordinatamente in fila per acquistare l'ultimo modello di dispositivo elettronico.
Lo sfasamento culturale, oltre a generare le buffe contraddizioni in essere di cui sopra, ha contemporaneamente ucciso la ribellione, l'antagonismo e l'intrinseca capacità che i giovani hanno di autodefinirsi che si esaurisce oggi, nella sola, ottusa, conformazione alla moda.
In questo panorama incerto i giovani occidentali possono essere, infine, divisi in due macrocategorie: coloro che cadranno vittime del momento storico in cui viviamo, che subiranno un abbruttimento culturale, morale e, nella maggior parte dei casi (esclusi i super-ricchi) anche socio-economico e coloro che sapranno individualmente elevarsi al di sopra della massa, distinguendosi per merito, intraprendenza ed inventiva e, sfruttando i vantaggi del momento contingente, senza farsi intrappolare dagli svantaggi, miglioreranno la propria condizione, inevitabilmente a discapito degli altri.
Dopo migliaia di anni di storia, nuovamente, i giovani si trovano davanti alla prova del fuoco: il problema è che molti di loro ancora non lo sanno.
                                          Enrico Zunino 5^A

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