TRAP:MUSICA DEL DIAVOLO?



La trap è senza alcun dubbio il genere musicale più in voga del momento tra i giovanissimi, ma non solo, pare che la fascia di età degli ascoltatori che consumano assiduamente questo fenomeno mediatico, raggiunga circa i venticinque anni. Le domande che in molti si pongono sono: come mai questo genere è cosi diffuso? Cos’ha di così attraente da generare milioni su milioni di views e like sulle piattaforme digitali e musicali?
Cominciamo considerando che si tratta di un genere molto allegro, festaiolo potremmo dire, tanto da essere definito anche “happy trap”. Le sonorità sono quelle tipiche dei tormentoni estivi, talvolta ridondanti, ma al contempo piacevoli. I suoni si avvicinano al pop moderno, tale ragione porta i pezzi trap ad essere riprodotti nelle radio con una certa frequenza e regolarità. È vero, le ambizioni sono cambiate rispetto a quelle del passato rap underground, tuttavia, probabilmente, è giusto così. La musica, così come qualsiasi altra forma espressiva, muta e si trasforma. Alcuni trovano entusiasmante tale trasformazione ed altri no e sarebbe interessante ascoltare entrambe le parti con i rispettivi punti di vista. Un elemento sempre presente è la voglia di rivalsa: chi è partito dal nulla, se ha qualcosa, lo ostenta per mostrare che ce l’ha fatta e ciò spiega come mai gli abiti di marca, i gioielli e gli accessori più ricercati e costosi, siano sempre più presenti nei look dei trapper. Osservandone l’abbigliamento si nota che non è più streetwear, bensì griffato e molto costoso. Sono mutate in parte le ambizioni, le motivazioni, che portano un artista a fare trap, tuttavia non totalmente. Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti, nella sua canzone “Mademoiselle” scrive alcune rime in risposta a chi lo accusava per la tragedia di Corinaldo, nel dicembre 2018. Nel testo dice che qualsiasi cosa accada, per tutti i problemi che affliggono la società (anche tra gli ascoltatori di Sfera), il dito viene costantemente puntato verso di lui, perché questo è il trend del momento. Il testo si pone come denuncia contro il sistema, seguendo i canoni del rap tradizionale ma senza sacrificare sonorità e pose da trapper nel videoclip. 

E’ tuttavia ovvio che la trap potrebbe non dare un messaggio positivo ai giovanissimi che si affacciano all’adolescenza ascoltando questo genere. Si è spesso detto, anche in alcune note trasmissioni, che i testi del suddetto testo incitano all’odio. Di fatto sono presenti numerosi riferimenti a sostanze stupefacenti leggere ma non solo. I collegamenti al mondo delle droghe sono così frequenti ed evidenti che alcuni pezzi vengono intitolati proprio a una droga, come “Marijuana” di Ghali e “Cocaina” di Emis Killa, per non parlare di sciroppo di Sfera Ebbasta, diventata una hit mondiale con un testo che mette i brividi. I trapper si vantano di utilizzare droghe e di non manifestare di subirne gli effetti, ostentando una vera assuefazione. Gli ascoltatori adolescenti sono spesso influenzati dai propri idoli, tanto da emularli per sentirsi più vicini a loro. In merito si sono spesi fiumi d’inchiostro sulla radice culturale dei trapper e dei giovani, così individualista e arrabbiata, “che ha fatto del nichilismo la propria bandiera”, per citare Ilaria Zodiaco e il suo saggio sulla trap scritto per Il Libraio del 2018. A questo proposito ritengo nodale un fattore che in parte spiega l’esplosione di questo genere musicale e cioè l’ignoranza musicale dell’utenza. Molti dei ragazzini adoranti dei trappers non hanno cultura musicale e si accontentano di canzoni con messaggi discutibili e testi superficiali, favorendo la popolarità degli artisti a cui basta avere una base con delle sonorità che restano in testa per sfondare. Ai consumatori è richiesto un livello d’impegno nell’ascolto davvero basso e un livello ancora più basso pertiene alle richieste dei fan.
Un fenomeno che, come altri generi, ha investito anche la trap inoltre, è la contaminazione che riceve dalle . sonorità pop, quindi commerciali, in modo da arrivare a più persone. Non sono più i giovani artisti a fare trap, anche rapper come Emis Killa la producono, pur avendo iniziato facendo rap canonico, battendo sul tema della critica sociale; il risultato è una forma musicale ibrida e mutata che aggiunge nuovi elementi a una radice primigenia che non ha perso la sua verve polemica e dissacratoria. In conclusione, ritengo che il genere trap vada ascoltato con la giusta attenzione, è un genere destinato all’evasione nelle discoteche e che non coltiva l’ambizione di ricevere lustro dall’impegno dei testi; come dice Junior Cally: “ la trap è solo pose e droghe, è una moda e le mode passano!”

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