La natura si risveglia



In questo periodo, in cui tutti noi siamo costretti in casa a causa dell’epidemia di Covid-19, non sono pochi gli animali che hanno deciso di addentrarsi in zone mai esplorate: le città.
Inaspettato vero?
Senza umani in giro e con l’improvviso rallentamento delle attività, gli spazi urbani sembrano disabitati, fermi come in una fotografia, ma trasformati in vere e proprie giungle.
Chi in cerca di cibo, chi di rifugio e chi di calore, gran parte della fauna selvatica ha voluto uscire allo scoperto. Pensiamo alle anatre che a Firenze sono entrare in una farmacia e a Roma hanno fatto il bagno nella fontana in Piazza di Spagna, alle volpi che si addentrano nei giardini privati delle case a Torino, alle lepri che hanno ripopolato i parchi milanesi, ai cinghiali a Barcellona e ai daini a Parigi che vanno tranquillamente a spasso per vie fino a qualche mese fa affollatissime, all’invasione di babbuini in cerca di cibo in Thailandia e al puma a piede a libero in Cile.
Tuttavia, non tutti questi animali fanno parte di una storia a lieto fine. Alcuni vengono fotografati e filmati, ma altri, spaventati dagli umani, dandosi ad una fuga disperata, trovano la morte. È questo il caso di un capriolo che, a Camogli nel Genovese, in concomitanza alle feste pasquali, si è concesso una corsa in spiaggia, tuffandosi qualche volta fra le onde, come un bimbo spensierato che vede per la prima volta il mare, fino a quando qualcuno dei presenti ha deciso di avvicinarsi troppo e la bestiola, spaventata, ha cominciato a correre e, mentre cercava di saltare una cancellata, vi è rimasta infilzata. Il suo cuore si è spento ore dopo in seguito ad una lunga agonia.
Anche questa volta l’uomo ha voluto fare di testa propria, andare oltre e trasgredire quella legge della natura secondo la quale non ci si deve avvicinare ad un animale selvatico perché, sicuramente, fuggirebbe seguendo il suo istinto di sopravvivenza. “Non ci stancheremo mai di ribadirlo: un animale in giro non deve essere per forza in difficoltà e non ha per forza bisogno del nostro aiuto. Se non è palesemente ferito o nei guai, l’opzione migliore può anche essere quella di non avvicinarsi e lasciarlo tranquillo, senza così spaventarlo”, scrive l’Enpa di Genova riguardo a quanto accaduto.
Quando smetteremo di rovinare tutto, anche i momenti più belli? Perché non ci accontentiamo di provare stupore di fronte a scenari del genere?
Ora che non abbiamo più fretta di raggiungere il posto di lavoro, casa nostra, il supermercato, ora che siamo in stand-by, non solo possiamo conoscere meglio noi stessi, guardandoci dentro in modo meno superficiale, ma anche osservare che cosa avviene intorno a noi, fuori dalle finestre, per il momento. Forse, così, potremo recuperare la profonda armonia con la Terra e il benessere comune, persi con il passare del tempo e degli sfruttamenti da parte dell’uomo, la cui vita frenetica non ha permesso di seguire i tempi e i processi naturali. La cosa certa è che questo non è il momento per spegnerci totalmente, ma per aprire le nostre menti, per capire che il mondo là fuori è uno spettacolo bellissimo che non smette mai di meravigliarci e che aspetta solamente di essere rispettato.

Anna Pregliasco-II classico
   

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