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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Fisica - università degli studi di Torino.

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Intervista a Matteo Zemmi, frequentante il secondo anno della facoltà di fisica a Torino. _ Perché hai scelto questa facoltà? Subito non ero sicuro di cosa voler fare, perciò ho chiesto consiglio ai miei professori. Mi hanno suggerito di intraprendere un percorso scientifico, come ad esempio ingegneria, matematica o fisica. In seguito ho fatto la mia scelta mettendo a confronto i vari percorsi di studi, trovando Fisica la più adatta alle mie preferenze. _ E perché hai scelto Torino piuttosto che Genova? In realtà è stata semplicemente una questione di comodità. Avevo già conoscenze e mia madre lavora in città. _ Quindi hai vissuto a Torino? Si esatto. Inizialmente ho vissuto nel collegio che l’università mette a disposizione, quest’anno mi sto appoggiando a un appartamento “privato”, non me la sono sentita di prendere nuovamente una camera con la situazione che stiamo vivendo. Infatti ora sono a casa mia in valle. La cosa banale che posso consigliare è vivere in collegio o trova

Facoltà di chimica

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Intervista ad  Alberto Ricchebuono, neolaureato in chimica presso l’università di Torino. Perché hai scelto questa facoltà? (Era una passione che avevi già da piccolo/ ti sei basato su esperienze che hai sentito da persone che conoscevi/sei andato per esclusione: A :  Fin da piccolo sono sempre stata una persona curiosa e con il passare degli anni questa curiosità si è trasformata in passione per la chimica. Quello che mi ha sempre affascinato di essa è che ti può dare le basi per conoscere il mondo che ti circonda: tutto è fatto di molecole e con la chimica puoi spiegare i fenomeni attorno a te, come i colori o la luce. Per entrare alla tua facoltà, c'è un test d'ingresso? O :  Sì. Quando l’ho svolto io, ossia 5 anni fa, più che un test d’ingresso si trattava di una formalità; esso richiedeva conoscenze basilari e un punteggio minimo per entrare, senza limitazioni di numero di studenti. Nel complesso si trattava di un test molto facile. Negli ultimi anni sono state fatte delle

Una parola può fare la differenza

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Se si stimasse quante parole si ascoltano e si leggono in un solo giorno, il numero, pur dipendendo dalle abitudini del singolo, sarebbe molto elevato. Se ci si soffermasse sul contesto e il modo in cui esse vengono pronunciate, allora sarebbe tutta un’altra storia. Quando si parla a vanvera, quando si prende in giro, quando si fa ironia, qualcuno viene veramente colpito con un’arma che sa essere invincibile: le parole. Ebbene sì, le parole hanno un peso, e alcune, più di altre, sono veramente difficili da sopportare e mandare giù. Prova a chiamare qualcuno “negro”. Prova ad usare “frocio” e “checca”. Prova a dire “ebreo” con lo scopo di offendere. Prova a fare un commento sessista. Prova. Ti si scaglieranno contro. Come mai? Perché tutti, improvvisamente, si sentono presi in causa e diventano paladini della giustizia pronti a difendere il prossimo. Usa il termine “mongoloide” o qualsiasi altra parola legata alla disabilità e non accadrà nulla. Non c’è nessuno. Dove sono finiti tutti?

Lingue a Genova

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  ALICE: Ciao Elena! Mi presento, sono Alice e frequento il terzo anno del liceo linguistico. Vista la situazione attuale, purtroppo per gli studenti degli ultimi anni è difficile riuscire a fare esperienza dell'orientamento universitario in modo diretto... Perciò abbiamo organizzato una mini-intervista a voi, ormai ex-liceali, per dare una mano ai futuri universitari! Innanzitutto, che facoltà frequenti e dove? ELENA: Ciao! Bellissima iniziativa! Dunque, io frequento la facoltà di Lingue, Letterature e Culture moderne a Genova. Le lingue che studio sono lo spagnolo e l'inglese: posso dire che quella di Genova è una facoltà molto quotata e mi trovo davvero bene. ALICE: Ottimo! Hai dovuto sostenere degli esami particolari per entrare? ELENA: L'ingresso alla mia facoltà funziona in questo modo: per chi vuole, come me, intraprendere lo studio dell'inglese c'è un test iniziale (equivalente al B1) che attesta la tua conoscenza della lingua. Chi ha già in mano un diploma