Oggettistica

         Trattare di oggetti oggi non è cosa comune, anche se ne siamo circondati. La nostra vita online e quella offline sembrano sovrapporsi, facendoci quasi perdere il senso della materialità, che cede il posto ad un virtuale fatto di fotografie digitali, documenti e ricordi stipati in un unico enorme cassetto chiamato Drive o iCloud. 

         Ma concentriamoci su questa oggettistica, il titolo dell'articolo, rispondendo ad alcune domande come: che valore hanno oggi gli oggetti? Possiamo distinguerli in categorie? E per quale motivo, nonostante il progredire della tecnologia richieda una vita densa di virtualità, dovremmo mantenerci, per così dire, con i piedi per terra?

Parlando per le nuove generazioni, la modernizzazione ci ha portato a migliorare il nostro stile di vita, con un conseguente aumento del numero di effetti personali. Quindi, avendo a disposizione più cose, queste ultime tendono a perdere il loro valore, proprio perché abbiamo la possibilità di comprare sempre qualcosa di nuovo e per così dire "fresco", senza eventualmente ripararlo. Si potrebbe così perdere il valore affettivo e il legame sentimentale con gli oggetti.

Rispondendo al secondo quesito, l'antropologa statunitense Annette Weiner ci dice che in linea generale si possono distinguere gli oggetti in tre grandi categorie: le merci, i doni e i beni inalienabili. Le merci sono quelle che si possono liberamente vendere o comprare e i doni solo quelli che circolano nei rapporti improntati alla reciprocità come l'amicizia. I beni inalienabili, invece, sono una categoria che può comprendere sia cose di grande valore economico, come l'oro o i diamanti, sia di valore affettivo. Ricordiamo però che le categorie sono piuttosto flessibili dal momento che gli oggetti possono essere mercificati e de-mercificati, e i doni conservati come beni inalienabili. Per esempio il denaro può divenire un dono o addirittura un bene inalienabile.

Il mondo odierno richiede da noi un più forte attaccamento alla tecnologia, sia nella conservazione dei dati, sia nella comunicazione e nell'istruzione. Dunque è necessario disporre di strumenti tecnologici adeguati per svolgere le nostre attività. Tuttavia concorderete sulla possibilità di malfunzionamento di questi ultimi, perciò affidarcisi completamente potrebbe rivelarsi rischioso: potremmo perdere lavoro, dati o documenti importanti. 

Quindi è necessario mantenere ancora un saldo rapporto con il mondo analogico fatto ancora di cartaceo, libri e quaderni e appunti a mano. 


Fonte: La bussola dell'antropologo, Adriano Favole, Roma-Bari, maggio 2015



Cristina (/Ioana) Oprea, 3^B


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