Scienze della Formazione Primaria - UniTo
Durante quest’anno scolastico siamo stati purtroppo costretti
a rinunciare a molte cose per contrastare l’avanzata della pandemia, tra cui
anche al tanto atteso (specialmente per gli studenti di quinta!) orientamento
universitario, che solitamente si tiene nel mese di dicembre presso il nostro
liceo. Per sopperire tale mancanza, abbiamo pensato a un modo alternativo
attraverso il quale le testimonianze degli ex liceali potessero raggiungere direttamente
a casa tutti voi: attraverso gli articoli del nostro giornalino scolastico.
Quella che segue è una delle interviste state fatte agli
studenti universitari: a raccontarci la sua esperienza è Caterina Sava.
Che facoltà frequenti? Dove? A che
anno sei?
Frequento il quarto anno di Scienze della Formazione Primaria, un Corso
di Laurea Magistrale a Ciclo unico, presso l’Università degli Studi di Torino.
Perché hai scelto questa facoltà?
Quando ero piccola il mio sogno nel cassetto non era diventare insegnante, la scintilla da cui si è originata la mia passione si è innescata durante gli anni del liceo. A scuola si parlava infatti frequentemente di diritto all’istruzione, alla libertà di pensiero e di parola. Tante sono le cose che “non vanno” al mondo: credo che l’unico modo per cambiare il futuro sia agire nel presente, a scuola, con i bambini.
Per entrare alla tua facoltà c’è un
test d’ingresso?
C’è un test d’ingresso la cui data è comune a tutti gli atenei poiché Scienze della Formazione Primaria fa parte dei Corsi ad accesso programmato nazionale. Infatti, si fa riferimento al bando pubblicato dal MIUR (bando nel quale sono presenti una serie di indicazioni riguardanti la data della prova, il numero dei posti disponibili, gli argomenti delle domande e il punteggio), ma poi i quesiti sono stabiliti dalle singole università. Ritengo che non sia impossibile da superare, però penso sia comunque importante esercitarsi, provando a sostenere alcune simulazioni d’esame. Attraverso il test vengono vagliate le competenze linguistiche, di ragionamento logico, di cultura letteraria/storico-sociale/geografica/matematico-scientifica.
Quali sono gli aspetti che ti hanno
sorpresa della tua università e cosa invece ti aspettavi sarebbe stato diverso?
Sono stata fin dall’inizio attratta dalle tante componenti che costituiscono questo Corso di Studi: lezioni frontali, laboratori e tirocini. Tre elementi fondamentali per la formazione di futuri docenti. A partire dal secondo anno inizia il tirocinio, il momento nel quale si può mettere in pratica tutto quello che è stato appreso attraverso la teoria, per questo ritengo che sia una facoltà completa e abilitante. Inoltre, dal punto di vista lavorativo offre molta possibilità, la maggior parte dei laureati vengono chiamati nel giro di qualche mese dopo il conseguimento della Laurea; nella realtà attuale, vista l’elevata necessità di docenti, gli studenti universitari sono contattati per fare supplenze anche se stanno ancora frequentando il Corso. Il fatto di fare più cose contemporaneamente (seguire le lezioni, prepararsi per gli esami, fare tirocinio, rendersi disponibili per supplenze ecc.) comporta però una grande capacità organizzativa. Nonostante tutto, ogni fatica è ricompensata da grandi soddisfazioni: lavorare con una “materia viva” penso sia la cosa più bella e stimolante, non solo permette di accompagnare i bambini nel loro processo di sviluppo, ma concede anche di crescere e maturare con loro.
Se ti sei trasferita in città, il tuo
stile di vita è cambiato in meglio o in peggio? Se viaggi, invece, ritieni che
sia fattibile studiare facendo avanti e indietro?
Io mi sono trasferita nella zona centrale di Torino, fare avanti e
indietro tutti i giorni sarebbe stato impensabile provenendo dalla Val Bormida.
Nonostante io abbia passato la mia adolescenza in un piccolo paesino, mi sono
subito adattata alla vita di città. Torino è un luogo non troppo frenetico e
offre molto: è un importante centro culturale e il divertimento non manca mai.
Trasferirmi in città ha contribuito alla mia crescita personale, ho imparato a
cavarmela da sola e mi ha aperto gli occhi su alcuni aspetti ai quali non avevo
mai prestato attenzione, forse perché inesistenti nel piccolo paesino dove
risiedevo con la mia famiglia.
C’è qualche tuo amico del liceo che
frequenta la tua stessa università oppure hai cercato altre amicizie?
Una mia amica del liceo frequenta lo stesso mio Corso, inoltre a Torino
si sono trasferiti molti altri miei ex compagni, per cui ho avuto fin dal primo
momento dei punti di riferimento e delle persone su cui poter contare; nonostante
questo, sono andata anche alla ricerca di nuove conoscenze e ora sono contenta
della mia vita universitaria e delle amicizie che ho instaurato.
Per intraprendere questo percorso di
studi, bisogna avere basi scolastiche di un determinato tipo, oppure
caratteristiche personali particolari?
Ritengo che la formazione che ho avuto al liceo sia stata fondamentale in
questi anni. È necessario avere un solido metodo di studio e soprattutto grandi
capacità organizzative. Per quanto riguarda le componenti personali, penso che
non ci siano caratteristiche “giuste” o “sbagliate”: se il binomio
bambini-insegnamento sta a cuore, occorre provare a intraprendere questa
strada. Una cosa che però considero fondamentale e che ho appreso col passare
degli anni, è che non basta avere la passione per i più piccoli: ci vuole
empatia, creatività e capacità di mettersi in gioco senza vergogna.
Che prospettive lavorative si
presentano al termine del tuo percorso di studi?
Con la Laurea in Scienze della Formazione Primaria si può diventare
maestri nella scuola dell’infanzia oppure nella scuola primaria, si può inoltre
prestare servizio nei corsi di istruzione per adulti CPIA (comunemente chiamate
“Scuole Serali”).
Dove ti vedi tra 5 anni?
Domanda difficile: tra 5 anni chissà quante cose saranno cambiate! Ad
ogni modo, spero di riuscire a coronare il mio sogno: insegnare in una scuola
primaria e magari contemporaneamente continuare a collaborare con l’università.
Ad esempio, attualmente ho preso parte al progetto “Fenix” (potenziamento
cognitivo e motivazionale dei bambini in difficoltà), per mezzo del quale verrò
affiancata ad alcuni bambini che provengono da una realtà socioculturale svantaggiata
e li seguirò per qualche mese.
Garbarino Alyssa 5°A
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