La paura della paura
Articolo di E.C.
Ad
un tratto ti blocchi. Un peso nel petto. Le mani che tremano e si gelano. I
brividi lungo la schiena. Il respiro che fatica ad entrare. L’urgenza
impellente di sottrarsi alla situazione. La confusione. La gola serrata.
L’ansia
è un’emozione che fa percepire a chi la prova una sensazione di tensione,
minaccia, imbarazzo, agitazione, paura e svuotamento e, a volte, provoca anche
modificazioni fisiche, come l’aumento della pressione sanguigna, tachicardia,
sudorazione, vertigini e mal di testa.
Il
termine deriva dalla parola latina angere, che significa stringere. Chi sta
avendo un attacco d’ansia, infatti, si sente in gabbia, come se fosse
costretto. Sente limitata la sua capacità di movimento, pensiero ed espressione
verbale.
Queste
sensazioni, tuttavia, non sono legate a motivazioni razionali e tangibili e
questo porta la maggioranza delle persone a non comprendere realmente questo
disturbo. Spesso sono generate da situazioni completamente innocue e normali in
individui che soffrono di un disturbo d’ansia.
Perché
l’ansia non è come la paura. Chi ha paura, infatti, ha la percezione di essere
in una situazione di pericolo e questo è un pericolo concreto, visibile e
comprensibile da tutti.
Chi
sta avendo un attacco di ansia o chi ne soffre non teme ciò che gli sta
accadendo nel momento in cui questa si manifesta, ma la sua preoccupazione è
rivolta verso ciò che gli accadrà o che gli potrà accadere. Nella sua testa, in
un attimo, si animano tutti gli scenari peggiori, le sensazioni e i pensieri
negativi si amplificano, portandolo a vivere un momento di panico e
smarrimento. La “paura nella paura”.
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