L’ignoranza va di moda

Fabio Marchisio, 5^B

 L'ignoranza va di moda

"Nulla vi apparteneva , se non quei pochi centimetri cubi che avevate dentro al cranio", fu con frasi come questa che nel 1948 George Orwell letterato e attivista britannico iniziò a dar forma al suo celebre romanzo ,1984.

Orwell immagina una società alienata e controllata in modo maniacale grazie alla paura, al terrore e all'inquisizione, fornendo una visione distopica e estremista della realtà.

Egli descrive al meglio il procedimento di cristallizzazione storica e mnemonica che trasforma gli essere umani in pecore,che al primo tentativo di allontanamento dal gregge vengono duramente represse.

La distribuzione del sapere è controllata e limitata, al fine di conservare il potere nelle mani di pochi privilegiati, mentre il popolo viene nutrito con ignoranza e convenienza.

Spero di non avervi annoiato,  con questa breve introduzione romanzesca ma fondamentale per anticipare quanto vorrò esporre conseguentemente.

Antonio Gramsci, più di un secolo fa, affermò che la cultura si presenta agli uomini in due maniere: la cultura letteraria, sofisticata ed elitaria, e  la cultura contadina povera ma apprezzabile.

Non c'è bisogno di avventurarsi nel tempo per capire questa deduzione: basta pensare ai nostri nonni, molti dei quali,a causa della guerra e della povertà, non si sono potuti permettere studi raffinati ma, al tempo stesso, hanno mantenuto una grazia intellettuale tramite la lettura e l'esperienza.

Oggi questa cultura contadina è drasticamente scomparsa, annientata dai social network e dai programmi televisivi che imprimono, a coloro che, per mancanza o per scelta, non hanno studiato, valori e insegnamenti futili e insignificanti.

Programmi in cui il libero pensiero è annichilito dalle urla irrazionali di conduttori prepotenti, ormai da anni, divampano lungo le reti digitali dei nostri televisori.

In particolare,  nei giorni scorsi , sono stato profondamente deluso alla vista della trasmissione " Back to School", dove alcuni bambini brillanti e entusiasti si prestano come insegnanti di personaggi famosi del web, i quali considerano l'apprendimento delle materie come fonte di riso e divertimento per poi lasciarsi abbandonare a prestazioni ripugnanti nel momento dell'interrogazione.

È sconcertante e drammaticamente drastico l'impatto che un programma simile possa avere sulla nostra società e soprattutto sui bambini.

Mettetevi nei panni di un scolaretto di 10 anni che accendendo la tv vede i suoi idoli, ai suoi occhi intoccabili e ricchi, deridere in maniera plateale la cultura mostrando demenze di ogni genere.

Spiegatemi come un bambino possa amare l'arte del conoscere quando personaggi da lui idolatrati banalizzano conoscenze essenziali per una sana crescita personale.

Siate migliori,  siate più forti di coloro che si sono arresi troppo facilmente a questa incontrollabile inondazione di ignoranza e disinformazione. 

Non fatevi soverchiare da un sistema che vi vuole stupidi e ignoranti, manovrabili e controllabili, e vi supplico, difende con i vostri mezzi quei pochi centimetri cubi che avete nel cranio.

Perché solo così facendo, apprendendo e documentandosi potremmo essere davvero liberi, perché nonostante tutti gli sforzi di appiattire il diverso alla massa, nessuno potrà mai controllare il nostro pensiero.

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