“Ritratto di un ex liceale”

In occasione del quattrocentesimo anniversario del Liceo Calasanzio, il suo giornalino ha voluto conoscere al meglio la storia dell’Istituto che che ci accompagna verso il nostro futuro.


Per questo ha intervistato il Signor Paolo Barlocco, un ex liceale che studiò qui tra il 1944 e il 1948: anni in cui sorse, sì, l’istituzione del Liceo ma anche di guerra, difficili da affrontare.

Proveniva da una famiglia umile, per la precisione il padre lavorava in fabbrica ed il nonno, figura quasi d’ispirazione per lui, era contadino.

Non c’erano soldi e fuori c’era l’odio che uccideva il popolo, il Parroco del Paese vide che era molto brillante e così gli propose di andare a Mondovì e frequentare le scuole medie per poi entrare in seminario: lui partì ma dopo la fine delle medie sentì il bisogno di tornare e iniziò il suo percorso al Liceo.

Inizialmente volle andare al Liceo di Savona, siccome quello dei Padri Scolopi era completamente a pagamento, ma Padre Grillo, il Preside di allora del Calasanzio, gli disse che lui avrebbe frequentato questo Liceo, di studiare e stare tranquillo che la sua famiglia non avrebbe dato nemmeno una lira alla scuola: così è stato.

Tra gli abitanti di Carcare si decise di partecipare a una colletta e il Signor Barlocco ebbe i libri per studiare e l’istruzione che allora veniva fornita dai Padri Scolopi.

Spiega che, nel Ginnasio (considerato ancora come una continuazione degli anni di medie), faceva avanti e indietro dai “bricchi” di Cosseria, ininterrottamente, con il sole e con la neve.

Questo stupisce ma, racconta che per lui non era un sacrificio camminare così tanto: “Andava bene così”.

Aggiunge anche che mentre camminava ripeteva nella sua testa le coniugazioni greche e che quindi utilizzava questo tempo per ripassare le materie che avrebbe avuto in quella giornata.

Alcune volte aveva la bicicletta del padre tornato dal turno di notte al lavoro e si riteneva fortunato poiché la famiglia per lo più numerosa, non possedeva molto denaro.

Dopo il biennio, siccome lo concluse con buoni voti, Padre Grillo gli propose di alloggiare nel convitto e di assumere il ruolo di “prefetto”, ovvero un ragazzo che controllava circa una quindicina di convittori e che li aiutava nello studio, tuttavia molto spesso veniva distratto proprio da questi perché volevano giocare al pallone”.

Questo accadeva poiché alcune famiglie aristocratiche, anche di altre Regioni, iscrivevano i propri figli al Collegio per cercare di non farli distrarre e quindi di portarli sulla via dello studio: “io ci provavo ma dopo poco tempo cercavano continuamente scuse come quella classica dell’andare in bagno”.

La sua classe era composta da dodici ragazzi (di ragazze ve ne furono pochissime in quella classe e dopo poco abbandonavano gli studi). I suoi insegnanti erano prevalentemente Padri Scolopi anche se poi, nel 1947, per la mancanza di docenti su tutto il Liceo, vennero assunti dei professori esterni che nella maggior parte dei casi erano addirittura stati in trincea.


Nel ‘48 affrontò l’Esame di Maturità a Savona, in quanto il Liceo non era ancora Statale, il 14 luglio, la data dell’attentato a Palmiro Togliatti: “C'era una gran confusione quel giorno nella città”- afferma.

Terminato il suo percorso al Liceo studiò Chimica Organica all’Università degli Studi di Genova, in quanto con Padre Rabino (suo insegnante di scienze nonché musicista) vi era sintonia e materie come chimica e fisica lo appassionavano, perciò la scelta della facoltà fu abbastanza semplice.

Dopo la laurea, si presentò per la leva militare e partì per la Sicilia, definita da lui una terra affascinante, ex colonia della Magna Grecia, madre della Poesia, una delle sue materie preferite.

Questa spedizione lo fece tornare, con la mente, al Liceo, in quanto tutto ciò che aveva davanti agli occhi lo aveva già potuto vedere al Calasanzio.


Il Liceo mi ha regalato molti bei momenti, solo il suo ricordo mi rasserena”.

Un grazie sentito al Signor Paolo Barlocco.




Ilaria Riolfo, I A



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