Quanto vale una giornata di scuola?




Immaginate di svegliarvi un mattino, uno qualunque, e di prepararvi per andare a scuola. Molto probabilmente il vostro umore non è dei migliori, forse siete irritati, stanchi, svogliati: insomma, un po’ come tutti. Iniziate, poi, ad incamminarvi, oppure prendere l'autobus, per intraprendere l’ennesima, noiosissima giornata di lezioni; e vi chiedete, come tutti lo facciamo, ma che ci vado a fare?


Può capitare, molte volte, di essere sopraffatti da tutto ciò che sembra essere impossibile da gestire, in particolare durante l'adolescenza e nel delicatissimo passaggio tra essa e l’età adulta. Si è stanchi, la motivazione è bassa e si vorrebbe solamente poltrire per un’intera giornata sul divano, senza pensare a nulla.


Perché, dunque, dobbiamo farlo?

In verità, i motivi sono tantissimi, sebbene su molti alcuni potrebbero dibattere, non essere completamente d’accordo; tuttavia, in quanto donna, c’è un fatto particolare che, il più delle volte, mi dà la giusta energia per mettermi sui libri. Non si tratta di un’allegra motivazione, anzi: di allegro, in questo fatto, non vi è proprio nulla.

Sbuffereste ancora se, un giorno, non vi fosse più permesso di studiare? Se tutti i sacrifici fatti, tutte le vostre ambizioni e i vostri sogni fossero distrutti in un attimo?

E se, ancora, il diritto allo studio fosse negato per la semplice “colpa” di essere donna?

No, non si tratta di realtà parallele: a partire dall’estate del 2021, in Afghanistan le donne hanno progressivamente perso ogni traguardo raggiunto, ogni sforzo fatto per ottenere quei diritti che, ora, vengono strappati e gettati nel vuoto.


«"Per fortuna la scuola, il lavoro e il progresso hanno un po' aperto gli occhi alle donne. In molti paesi le donne hanno ottenuto gli stessi diritti degli uomini; molte persone, soprattutto donne, ma anche uomini, adesso capiscono quanto questa suddivisione fosse sbagliata e le donne moderne vogliono avere il diritto all'indipendenza totale!".»   

Era il 13 giugno del 1944 quando Anne Frank scrisse queste parole sul suo diario.

Forse, in fin dei conti, la situazione non è davvero migliorata ovunque: al contrario, in paesi come l’Afghanistan pare addirittura peggiorata.


Quanto vale, allora, una giornata di scuola?

Vale ogni ragazza che non potrà coronare il suo sogno di bambina.
Vale ogni lacrima versata su un libro letto di nascosto.
Vale tutte le persone che vorrebbero, lo vorrebbero più di ogni altra cosa, ma non possono.

Vale questo, nella speranza che ciò che Anne Frank scrisse nel suo diario, in un periodo dove la fiducia nel presente e nel futuro pareva più sogno che realtà, possa, finalmente, valere per tutti, dappertutto, e sempre.


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