Memoria di ragazza
Il tema principale di Memoria di ragazza è l’amore nella sua
forma più brutale, più violenta; nelle pagine prevale un senso di vergogna nei
confronti sia delle scelte volontarie sia di quelle dettate dal volere altrui.
Pagine, quindi, piene di inquietudine, di dolore e tuttavia fondamentali per la
memoria dell’autrice poiché compongono il libro che insegue da tutta la vita.
Il romanzo, uno degli ultimi pubblicati da Annie Ernaux,
racconta delle esperienze vissute dalla stessa autrice tra il 1958 e il 1964,
in quell’età di passaggio tra l’essere ragazza e il diventare donna. I temi
sono molteplici, tra questi, di particolare importanza, la perdita
dell’innocenza e la conseguente scoperta della sessualità, lo studio e la
cultura intesi come unica forma di rivalsa sociale.
Narrando della ragazza che era allora, Ernaux abbandona
l’uso dell’«io» per utilizzare la terza persona e per rendere possibile la
dissociazione tra la ragazza che era nel 1958 e la donna che è adesso, mentre
scrive. Si giustifica dicendo che «la ragazza del ‘58» – così chiamata per
tutto il romanzo o, talvolta, semplicemente Annie – è ancora nascosta dentro di
lei, da qualche parte, irriducibile. Aggiunge poi che «se il reale è ciò che
agisce, produce gli effetti, secondo la definizione del dizionario, questa
ragazza non è me ma è reale in me».
Per rievocare gli eventi vissuti e le sensazioni provate, Ernaux attinge ai diari, alle lettere e alle foto dell’epoca. Non
è perciò casuale la scelta di descrivere, poco dopo l’inizio, una foto scattata
prima della partenza di Annie come educatrice per una colonia, dove tutto di
lei cambierà. Durante questa esperienza lavorativa, la ragazza del ‘58 scopre
se stessa: l’amore che prova, la derisione che subisce e, grazie a H – insegnante
ventiduenne di Rouen –, la sessualità e il dolore dell’abbandono. Infatti, dopo
la prima notte che trascorrono assieme, H non le rivolge più la parola,
causando in lei sconforto e vergogna. Nutre anche una profonda gelosia per una
«biondina» che adesso si accompagna sempre al suo ex amante.
Terminata l’esperienza lavorativa, Annie è distrutta
emotivamente: non riesce a dimenticare H, perciò si ripromette di rincontrarlo
a Rouen, dove studia per diventare maestra. Ernaux, mentre scrive, nota quanto
la ragazza del ‘58, ambendo a conquistare H, tenda ad assomigliare sempre più
alla biondina della colonia. Per il ragazzo di cui è innamorata, Annie è pronta
a tutto: vuole, infatti, migliorarsi e cambiare per fare colpo su di lui
l’estate seguente. Finisce, però, per instaurare un rapporto malato con il
cibo, a causa del quale lunghi periodi di digiuno si alternano a grandi
abbuffate, facendola sentire ancora più triste e delusa.
Anni dopo, trova su internet una foto che ritrae H anziano
con la sua famiglia, e ciò la turba: «Come siamo presenti, noi, nell’esistenza
degli altri, nella loro memoria, nel loro modo di essere, persino nei loro
gesti? Incredibile sproporzione tra l’influenza sulla mia vita delle due notti
passate con quest’uomo e il nulla della mia presenza nella sua. Non lo invidio,
sono io che scrivo».
Ecco come attraverso l’analisi della memoria personale
l’autrice voglia raggiungere una memoria collettiva: la storia della
protagonista viene a rappresentare tutte quelle persone che per amore hanno
sofferto, sono cambiate, hanno subito lievi e grandi traumi, hanno sviluppato
nevrosi.
Annie realizzerà infine di dover dimenticare H in modo da
capire la sua vera identità e la sua strada (quella di scrittrice). E già dalle
prime pagine si capisce che, ricostruendo gli eventi dal 1958 al 1964, Ernaux
dà alla ragazza che è stata la possibilità di riscattarsi, liberandola dalla
vergogna e permettendole di non aver vissuto invano ma, anzi, di essere stata
il punto di partenza per colei che è diventata la più grande scrittrice del
panorama francese.
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