"Istruzioni per diventare fascisti" di Michela Murgia
Per meglio capire il suo pensiero politico è utile leggere il suo saggio Istruzioni per diventare fascisti, scritto nel 2018 e edito da Einaudi. Il breve testo mostra le grandi capacità dialettiche dell’autrice che, usando sapientemente la provocazione, il paradosso e la satira, si finge fascista e descrive come, tramite una manipolazione degli strumenti democratici, si possa rendere fascista un intero Paese. Nel maggio 2023 – cinque anni dopo la pubblicazione del saggio e tre mesi prima di morire – la Murgia ha scritto sui propri profili social: «Il nuovo fascismo si serve dei percorsi democratici, prima di arrivare a forzarli. Se questo fascismo non lo vediamo arrivare, è perché non siamo abituati a vedere il fascismo arrivare da una democrazia. Lo abbiamo sempre visto partire da monarchie o instabilità più o meno dittatoriali». E la morale del libro sta proprio in questo: nel fatto che, per la prima volta nella storia, una deriva antidemocratica possa nascere dall’interno stesso della democrazia.
I temi analizzati dalla Murgia all’interno de Istruzioni per diventare fascisti sono molteplici, uno dei primi riguarda il linguaggio, giacché, secondo l’autrice, dai nomi che diamo alle cose e da come le raccontiamo, il fascismo è in grado di tornare contemporaneo. Se si parla del diverso in maniera deformata e deumanizzata, ecco che quel nome storpiato, quell’apostrofe o quel difetto fisico entreranno nella testa di tutti e quello che è sempre apparso come un rispettabile avversario diverrà invece un oggetto di denigrazione e di odio. Perciò la violenza del fascismo non parte dalla violenza fisica, ma dal linguaggio.
L’autrice scrive anche di cause femministe – aborto, divorzio, parità di genere, libertà sessuale – e afferma che bisogna temere coloro i quali individuano nelle piccole vittorie delle donne un pericolo non tanto per la famiglia naturale, quanto per il ruolo del maschio all’interno della società.
Michela Murgia scrive inoltre che il nuovo fascismo non riguarderà in maniera esclusiva la classe borghese o quella nobile, ma partirà anche e soprattutto dal popolo che, suo malgrado, per volere o per impossibilità, non ha studiato. Per mezzo della tecnologia, l’omologazione del pensiero delle masse non è difficile da ottenere: la Murgia sostiene infatti che un nuovo fascismo, permettendo a tutti di continuare a dire la loro sui social media, non sarà mai evidente, nessuno potrà mai notarlo. Distorcendo la realtà, manipolando i mezzi di comunicazione in maniera quasi impercettibile, rimaneggiando la memoria, a causa dell’avvento della tecnologia il pericolo fascista non è più un’eventualità, ma una possibilità.
Si capisce dunque come Michela Murgia, con scaltrezza e ironia insieme, abbia scritto per avvertirci che, in un periodo storico nel quale si ha timore di pensare a un eventuale ritorno del fascismo, è fondamentale non abbassare mai la guardia, ma sforzarsi affinché ci si ricordi di ciò che è stato, battersi per la libertà di ciascuno e impedire ai pesanti relitti del passato di inquinare il presente.
Commenti