Riflessioni intorno al TG
E’ un giorno come tanti, guardo il telegiornale e lo scorrere di notizie più o meno drammatiche. E’ tutto un succedersi di guerre, femminicidi, omicidi, incidenti sul lavoro, catastrofi climatiche, maltrattamenti sugli animali. Le immagini scorrono nelle nostre case, entrano nelle nostre vite mentre riposiamo, mangiamo, giochiamo, come qualcosa che si ripete quotidianamente, come se tutto il male del nostro bel pianeta appartenesse ad un’altra galassia.
All’improvviso realizzo che l’essere umano riesce ad abituarsi a tutto, anche alle cose più ignobili. Penso alla guerra in Ucraina, un conflitto logisticamente vicino a noi, penso all’incredulità che l’invasione russa aveva suscitato più o meno due anni fa, l’orrore delle bombe, la lunga fila di profughi e lo spettro di un possibile conflitto mondiale alle porte.
Due anni dopo, ecco che nulla di quello che succede in terra ucraina fa più notizia, ci siamo assuefatti anche alla parola nucleare che riecheggia in maniera sempre più tangibile e pericolosamente possibile. Per non annoiarci è tornata d’attualità la “Guerra di Gaza” che al momento sta provocando un forte e comprensibile sostegno al popolo palestinese e la nascita di un nuovo sentimento antisemita, come un fuoco assopito che cova sotto la cenere pronto a riaccendersi al momento opportuno.
L’uomo ha sviluppato un’invidiabile capacità di adattamento a qualsiasi evento si verifichi, tanto che mi sorge il dubbio che i potenti della Terra abbiano gettato qua e là il seme dell’abitudine e un’incapacità ad apprendere dagli errori del passato che mette in evidenza il livello raggiunto dalla stupidità umana.
Le immagini continuano a scorrere e alcune di esse mi restituiscono un po' di speranza per il futuro, guardo e vedo che in ogni angolo della Terra ci sono migliaia di giovani che nelle strade, nelle piazze, negli atenei protestano contro il genocidio dei Palestinesi, contro le ingiustizie e la repressione dei diritti umani. Percepisco con sollievo che in tutto il male del mondo esiste ancora il seme della bontà, della condivisione, dei valori, del rispetto alla vita anche se la vita è minacciata in luoghi lontani. Forse la sopravvivenza dell’umanità è nelle nostre mani, nelle voci dei giovani di tutto il mondo, nella voglia di lottare per un ideale, nella voglia di reinventarsi in una società in continua evoluzione.
L’angoscia si attenua e l’ottimismo riprende il sopravvento, tra le immagini di un telegiornale come tanti.
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