Riflessioni sull'attualità
Il tentativo di sopprimere un pensiero diverso si è palesato anche quando in questi ultimi tempi le manifestazioni di giovani studenti in favore della Palestina sono state represse dalla Polizia che non ha esitato a usare i manganelli contro i manifestanti. A questo proposito si è espressa la scrittrice italiana Nadia Terranova, in particolare riguardo agli scontri dello scorso 23 febbraio avvenuti a Pisa, utilizzando un’efficace metafora con cui paragona la Polizia a uno sparviero che, per il solo diritto di poterlo fare, ha usato la violenza contro un usignolo, ovvero i giovani. Anche in questo caso il monologo non è stato letto in televisione, ma è stato in ogni caso pubblicato su il manifesto.
Dunque, ci deve forse essere timore per la libertà di pensiero e di critica? Evidentemente sì, come ha di recente affermato Luigi Canfora, storico e saggista italiano, il quale è stato querelato per essersi apertamente espresso contro Giorgia Meloni. Canfora ha infatti definito nel 2022 l’allora parlamentare Meloni come una “neonazista nell’animo”, e in interviste più recenti ha ribadito la sua idea: secondo il professore, la Presidente del Consiglio è, se pure in minima parte, antidemocratica, nel medesimo modo in cui Canfora stesso si definisce, nel fondo del proprio animo, stalinista.
É molto probabile che vedremo altri casi simili a quelli citati, ma è necessario ricordare, ogni qualvolta si ripresenteranno, che la nostra Costituzione garantisce il diritto di esprimere il proprio pensiero e condanna la censura. Se fascismo vuol dire anche omologare il pensiero di cittadini liberi e renderlo conforme a quello dominante, allora l’uso di questa parola non va temuto, perché dare un nome al problema è il primo passo per affrontarlo, e inoltre, contrariamente a quanto numerosi politici ammettono, non è vero che il fascismo sia stato una parentesi della storia italiana, un periodo dittatoriale che non potrà più tornare. Per la prima volta nella storia, infatti, una deriva fascista può nascere dall’interno stesso di una democrazia per colpa dei mezzi di controllo, come sta già accadendo. Il problema è che molti di noi non se ne accorgono, o non vogliono accorgersene.
Se i nostri politici faticano a definirsi antifascisti, se i capi del governo censurano idee dell’opposizione e denunciano chi va contro di loro, allora il ritorno del fascismo in Italia non è più un’eventualità, ma una possibilità.
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