L’ultima sigaretta

L’ultima sigaretta



“La coscienza di Zeno” è un romanzo composto da Italo Svevo, pubblicato nel 1923. Il protagonista, Zeno Cosini, è un commerciante che proviene da una famiglia ricca con cui però non è particolarmente legato; si discute più precisamente del rapporto conflittuale con il padre, che si rifletterà su tutta la sua vita: nell'amore, nei rapporti coi familiari e gli amici, nel lavoro.

Di fronte a tutto questo, egli viene indotto dal suo psicoanalista a scrivere un'autobiografia, nella speranza che ciò lo aiuti a guarire dal pericoloso vizio del fumo. Zeno infatti ricorda molto bene come cominciò a fumare e si pente di non essere mai riuscito ad accendere "l'ultima sigaretta".

Questa metafora si concretizza con il suo costante senso di inadeguatezza e di "inettitudine", che interpreta come sintomi di una vera malattia. Il vero problema che però lo affligge è in realtà la paura di non saper vivere,  o forse sarebbe più opportuno dire la mancata presa di coscienza nell’ accettazione dei propri limiti.

Riflettendoci su però, quanto è difficile accettare i propri limiti? Quanto è difficile riuscire a percepire le proprie mancanze o chiedere aiuto nei momenti di difficoltà? 

Zeno questo lo sa bene, riuscirà infatti ad andare in terapia, ma forse siamo proprio noi ragazzi moderni che troviamo più difficoltà a rispondere a queste domande: al giorno d’oggi, infatti, chiedere aiuto è visto come un segno di debolezza e, di fronte agli stessi problemi di Zeno, sempre più giovani decidono di accendere la loro “prima sigaretta” invece di rivolgersi a chi di riferimento.

Svevo inoltre con la sua ottima capacità narrativa riesce a indicare quel vizio come esempio di incapacità di vivere insieme ai cambiamenti repentini e infruttuosi in alcuni ambiti della sua vita; anche questo è facilmente accostabile alla nostra società, perché soprattutto noi giovani sappiamo quanto è difficile sottostare al cambiamento e non poter continuare a vivere in un ambiente che invece è destinato ad evolversi. L’esempio più lampante è proprio quando solo all’età di 13/14 anni veniamo costretti a scegliere quello che sarà il nostro futuro per i seguenti 5 anni: la scuola superiore. 

Proprio perché siamo così piccoli nel momento della grande scelta, è normale che durante il percorso alcuni sentano il bisogno di cambiare strada, ma ancora una volta questo viene visto come segnale di debolezza e mancata costanza nell’impegno preso. 

Con questo romanzo, quindi, possiamo immedesimarci nel protagonista in modo da trarre vantaggio  dagli aspetti più intimi della nostra vita e forse dovremmo tutti iniziare a chiedere aiuto, farci un esame di coscienza e soprattutto, accendere la nostra “ultima sigaretta”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Analisi della poesia "Odi Melisso" di Giacomo Leopardi. di Elena Negro

Intervista impossibile a Caravaggio

Menomale che c’è Olly